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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Polimeni, Giuseppe

Giuseppe Polimeni (Reggio Calabria, 16 gennaio 1933 - 9 febbraio 2002)

Nacque da Rocco, imprenditore, e da Rosa Polimeni appartenente alla buona borghesia reggina, sorella della Medaglia d'Oro Rocco Polimeni, figura importante del tennis italiano, caduto in Libia durante il secondo Conflitto mondiale.    
Frequentò il Liceo Scientifico di Reggio Calabria conseguendo la maturità  nel 1952. Si iscrisse e all'Università  Federico II di Napoli portando a compimento gli studi e laureandosi nel 1960 in Economia e Commercio con una tesi sperimentale dal titolo «Il turismo nella provincia di Reggio Calabria. Aspetti geografici ed economici », relatore il prof. Luigi Lacquaniti.  
Innamorato della propria terra, iniziò a sperimentare una discreta attività  di divulgazione storico-turistica e antropologico-culturale con amici e parenti, manifestando una buona laboriosità  da provetto fotografo, ricercando e immortalando scorci e aspetti del territorio spesso taciuti e ignorati. Nel 1965 sposò Rossana Pepe, pugliese, conosciuta durante il periodo universitario a Napoli: nacquero tre figlie: Rosa, Luciana e Sara.  
Inizialmente insegnò Matematica e Geografia economica e turistica presso le scuole superiori. Quest'ultima fu materia che coltivò tutta la vita con grande alacrità  che cercò di trasmettere agli altri. Il suo sapere non era settorializzato a compartimenti stagni, infatti sperimentò una divulgazione su base scientifica frutto della contaminazione tra più materie.  
Successivamente fu assunto dall'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Reggio Calabria, guidata in quel periodo dall'avvocato Guglielmo Calarco, trovando la propria vocazione professionale, al punto che nel 1982 ne divenne direttore e rimase tale sino al 1996 profondendo energie e passione. Questo importante ruolo gli consentì, in quegli anni, di attivare e avviare una serie di iniziative rivolte non solo alla promozione turistica fine a sé stessa, ma anche alla valorizzazione delle bellezze naturali della Calabria e in particolare della provincia reggina. Negli anni organizzò una serie di manifestazioni culturali, artistiche, convegnistiche e sportive, alcune delle quali ebbero i riflettori dei quotidiani nazionali e l'attenzione delle maggiori istituzioni, come il «Premio Ibico Reggino », internazionale per le lettere, le arti e le scienze, e «La Primavera di Reggio Calabria », entrando a far parte del Comitato permanente per gli "Incontri di Studi Bizantini".  
Promosse e guidò diversi tour in Calabria, mettendo in risalto itinerari poco conosciuti e evidenziando le potenzialità  turistiche del territorio, da vivere secondo il motto augusteo  festina lente, affrettarsi lentamente. Il turismo di cui si fece promotore suscitò da subito l'interesse di giovani e meno giovani, sia per l'aspetto culturale che, per il fatto di essere rispettoso, parsimonioso verso il territorio e le sue risorse. Secondo la filosofia di Polimeni, andavano vissute attraverso la descrizione precisa dei luoghi, l'attenta divulgazione storico geografica che approfondiva gli aspetti antropologici e le tradizioni popolari dei luoghi di soggiorno o visitati; ciò consentiva al potenziale visitatore turista di conoscere un luogo in tutti i suoi aspetti, come attraverso un poliedro, compreso l'aspetto gastronomico nel quale egli era conoscitore specializzato.
Intuì in largo anticipo l'evoluzione del turismo che si sarebbe declinato in diverse tipologie, parlando di agriturismo, di valorizzazione della campagna, evidenziando in un suo intervento «il bisogno turistico è diventato elemento essenziale e massificato della società , si va sempre di più alla ricerca di forme alternative del fenomeno, facendo emergere nuovi elementi anche per uscire dai consueti, scontati schemi del turismo balneare, montano e culturale ».    
Sottolineò i limiti del retaggio culturale della comunità  calabrese, rinchiusa in un esasperato individualismo, che limitava la percezione innovativa del turismo anticonvenzionale, come l'agriturismo ed il trekking, e lo relegava ad ambiti molto ristretti, (forme di turismo tra l'altro viste con diffidenza).
Nel 1967 entrò nella segreteria organizzativa della rivista «Calabria Turismo », fondata e diretta dall'allora direttore dell'Azienda di Soggiorno e Turismo, Amerigo Degli Atti. A metà  degli anni Settanta è a capo della redazione. Matura l'idea di una nuova rivista definita con Fortunato Valenzise, come «Rivista trimestrale di cultura e turismo Calabria Sconosciuta ». Questo straordinario contenitore che dirigerà  ininterrottamente sino al 2002, anno della sua scomparsa, diventerà  la fucina di tanti studiosi consentendo l'incontro e il confronto di più  saperi  contaminati e contaminanti fra di loro. Soprattutto i più giovani, troveranno un luogo dove si misureranno con argomenti non sempre facili, e trasformando la rivista in un riferimento per tanti studiosi e calabresi sparsi in Italia e nel mondo.  
Polimeni ne tracciò il senso e la finalità  con queste parole:   «Calabria Sconosciuta vuole essere una voce libera, senza recondite finalità , non riservata ad élite di acculturati, né asservita a gruppi di potere, bensì aperta al dialogo più civile e democratico con chiunque voglia scoprire della Calabria gli aspetti più autentici della sua vera essenza… Si cercherà  di generare nel lettore, soprattutto non calabrese, amore per questa terra che storia e natura talvolta beffardamente hanno mortificato ».  
L'intento fu quello di divulgare un'immagine positiva della Calabria superando anche con una forte contrapposizione quella spesso diffusa dai mass-media e realizzando un'opera monumentale che, ancora oggi, raccoglie e pubblica studi, notizie e documenti su cultura, storia locale, luoghi e tradizioni popolari presenti e del territorio calabrese.
Hanno collaborato con lui in questa impresa, il grecista Franco Mosino, lo storico Domenico Minuto, monsignor Nicola Ferrante, Antonio Piromalli, Gerard Rohlfs, Carmelina Sicari, Franco Arillotta, Spencer Mill Albert, Vito Teti, Agazio Trombetta, Ugo Campisani, Franco Cipriani, Amerigo degli Atti. Ricordiamo anche la fruttuosa collaborazione con Tito Valenzise, Renato Crucitti, Cettina Nostro, Rocco Liberti e Giuseppe Cantarella.
Giornalista pubblicista, ha collaborato anche a quotidiani e periodici di diffusione regionale e nazionale ed è stato autore di folti saggi e articoli pubblicati su riviste e volumi.
Si è spento a 69 anni.
Numerosi i riconoscimenti per la sua attività  di studio e ricerca; ricordiamo: il «Premio Anassilaos-San Giorgio 2000 », il «Premio Omaggio alla Cultura 1998 », il premio nazionale «Il Nuovo Fata Morgana 2001 », il premio «Città  del Sole », sezione cultura 2003 (alla sua memoria). Nel 2019 Reggio gli ha dedicato una via cittadina (Fabio Arichetta) © ICSAIC 2021 - 01

Opere

  • Calabria bizantina: il territorio grecanico da Leucopetra a Capo Bruzzano, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995.

Nota bibliografica

  • Calabria Turismo, VI, 18, ottobre-dicembre 1973;
  • Calabria Sconosciuta, 139-140, luglio-dicembre 2013.

Sitografia

  • https://www.newz.it/2012/03/10/volare-alto-malgrado-tutto-dieci-anni-fa-si-spegneva-il-prof-giuseppe-polimeni/138124;
  • http://www.calabriasconosciuta.it/fondatore.php.

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