Davide Andreotti (Cosenza, 9 marzo 1823 – 15 novembre 1886)
Quinto di sette figli, Moisé Davide, conosciuto solo come Davide al quale viene anche associato il secondo cognome Loria, nacque in una famiglia aristocratica cosentina da Gaspare e da Anna Maria Marsico. Fece i primi studi a Cosenza, poi sitrasferì a Napoli dove studiò Lettere, Legge, Archeologia e Retorica.
Sposò una Caracciolo e rimase per qualche tempo nella città partenopea. Qui ebbe l’opportunità di consultare archivi pubblici e privati e frequentare le biblioteche. A Napoli nel 1848 fondò e diresse un giornale politico-letterario, “Il caffè diBuono”, che ebbe vita breve.
Ritornato a Cosenza dove, assieme a Gaetano Ugo Clausi, diresse Il Monitore Bruzio che durò solo due mesi: apparve, infatti, dall’11 settembre 1860 al 7 novembre successivo.
Impegnatosi in politica, il 9 marzo 1863 fu eletto sindaco e mantenne la carica fino al 15 novembre 1864. In questo periodo diede alla città la villa comunale e sistemò il corso, che intitolò al grande filosofo Bernardino Telesio.
Ebbe diverse cariche pubbliche: fu socio onorario dell’Accademia cosentina, presidente della sezione di letteratura, socio della “Società Economica di Calabria Citeriore”.
Liberale, il 29 ottobre 1865 fu eletto deputato al Parlamento nazionale ((1865-1867) per il collegio di Cosenza (IX legislatura) e dove fu riconfermato nella legislatura seguente (1867-1870) alle elezioni del 12 maggio 1867. Fece parte dell’opposizione di sinistra e partecipò attivamente alle sedute parlamentari. Deluso della poca attenzione che il governo nazionaledimostrava per il Mezzogiorno d’Italia, si dimise inutilmente per ben tre volte. Dopo le esperienze in Parlamento, non abbandonò la vita politica. Anzi, ancora nel 1882 si candidò a deputato nel primo collegio di Cosenza e il quotidiano “L’Avvenire del popolo” nato per sostenere la Sinistra guidata dal deputato Luigi Miceli nelle elezioni generale, nell’ultimo numero apparso il 29 ottobre 1882 al termine della campagna elettorale, sosteneva la sua candidatura, assieme a quelle di Miceli, Giacomo Del Giudice, Giacomo Della Cananea, dei quali pubblicò biografia e foto.
Da giovane fu anche poeta. Dopo un primo volumetto stampato a Napoli, a Parigi nel 1846 pubblicò un volume di Poesie e a Cosenza, con altri libri, I trovatelli, in due fascicoli.
Andreotti, però, s’interessò principalmente di storia regionale e il suo nome è legato alla Storia dei Cosentini, in tre volumi, un’opera che si presenta «chiara, comprensibile e aderente alla realtà » (secondo Galasso) ma di «scarso valore critico » (secondo Piromalli), della quale fu stampata in seguito una seconda edizione «ampliata, riordinata e corretta ».
Nel giornale “Il Gravina” che si pubblicava a Cosenza, nel 1868 apparve la sua notevole critica all’opera di Nicola Corcia dal titolo Pitagorismo di Numa, mentre sugli Atti dell’Accademia Cosentina si può leggere il saggio Delle false origini Asiatiche.
Morì all’età di 63 anni e i suoi concittadini parteciparono in massa ai suoi funerali. In quella occasione – come ricordato nel primo volume de Gli scrittori calabresi – furono letti ben quattro discorsi, che furono poi pubblicati nel periodico “Il Calabrese” (anno XVIII, 1886). Parlarono in successione il commendatore Carlo Pancaro, poi Luigi Accattatis per conto dell’Accademia Cosentina, quindi il cavaliere Domenico Persiani, e infine il professore Biagio Cavaliere.
Lasciò inedite alcune opere storiche tra cui Le vite delle donne celebri ed illustri della Calabria; Storia delle Calabrie): manoscritti sono conservati parte dagli eredi a Cosenza e a Venezia e parte nella biblioteca civica di Cosenza.
Cosenza lo ricorda con una via a suo nome nel Centro storico. (Carmela Galasso e Francesca Raimondi) © ICSAIC 2022 – 11
Opere
- Fiori letterari, presso Raffaele Miranda, Napoli 1844;
- Poesie di Davide Andreotti, s. n., Parigi 1846;
- Versi, Dalla Tipografia Brutia, Cosenza 1862;
- I trovatelli, Brutia, 2 fasc., Cosenza 1863;
- Pitagorismo di Numa, in «Il Gravina », a. 1, n. 2, 29 feb. 1868, pp. 19-22; segue n. 3 (20 mar. 1868), pp. 34-39;
- Storia dei Cosentini, Stab. Tip. di S. Marchese Napoli, 1869-1874 (ristampa anastatica Pellegrini, Cosenza 1958-1959; poi Casa del Libro, Cosenza, e Brenner, Cosenza);
- Memorie storico-genealogiche di Ruggero e Andreotto Loria; Risposta al quesito: La famiglia di Ruggero Loria ècatalana, siciliana, o calabrese?, Stab. Tip. di S. Marchese, Napoli 1878;
- Donne illustri calabresi: Nosside, Gilda Britti, Zoè Alimena, Elisabetta Beccuti, Clarice Selvaggi, s.n., Castrovillari 1880;
- Clarice Selvaggi, s.n., Castrovillari, 1880;
Nota bibliografica
- Telesforo Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici, Tipografia editrice dell’industria, Terni 1890, p. 48;
- Luigi Aliquò Lenzi, Filippo Aliquò Taverriti, Gli scrittori calabresi, vol. I, Tip. ed. Corriere di Reggio, Reggio di Calabria 1955, pp. 63-64;
- Antonino Basile, Ripercussioni politiche della questione silana durante il Risorgimento secondo Davide Andreotti, in «Archivio storico per la Calabria e la Lucania », a. 24, fasc. III-IV, 1955, pp. 493-496; Atti del 1. Congresso storico calabrese (Cosenza, 15-19 settembre 1954), A. Chicca, Tivoli 1957, pp. 293-296;
- Mario Siniscalchi, Davide Andreotti e il Caffè di Buono, in «Cronaca di Calabria », 11 giugno 1961, p.3;
- Coriolano Martirano, Personaggi celebri calabresi. Davide Andreotti, in «L’inserto di Calabria », n. 8, 1993, p. 58;
- Antonio Piromalli, La letteratura calabrese, Pellegrini, Cosenza 1996, p. 413;
- Pantaleone Sergi, Quotidiani desiderati. Giornalismo, editoria e stampa in Calabria, Edizioni Memoria, Cosenza 2000, pp. 26-27.
- Domenico Zangari, Davide Andreotti 1823-1886, in «Rivista critica di cultura calabrese », pp. 259-265;
- Carmela Galasso, Biografie di personaggi noti e meno noti della Calabria, Pellegrini, Cosenza 2009, p. 40.