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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Morabito, Giuseppe

Giuseppe Morabito [Reggio Calabria, 5 giugno 1858 – Mileto (Vibo Valentia), 3 dicembre 1923]

Nato ad Archi di Reggio Calabria da Cosimo e Maria Romeo, ad appena dodici anni, nel 1870, entrò nel seminario di Reggio. Fu suddiacono il 20 dicembre 1879, diacono il 18 dicembre 1880, sacerdote l'11 giugno 1883. Frequentò l’Università Gregoriana a Roma negli anni 1882-1883, e vi consegui la laurea in teologia, poi fu chiamato a insegnare materie letterarie e scientifiche nel seminario reggino. Il cardinale Gennaro Maria Portanova, arcivescovo di Reggio, nel 1896 lo volle segretario generale del I Congresso Cattolico delle Calabrie. Due anni dopo, papa Leone XIII. Con bolla del 15 dicembre 1898di Papa Leone XIII, fu nominato vescovo di Mileto (il 56° della diocesi) al posto di mons. Antonio Maria De Lorenzo che proveniva, come lui, dall'archidiocesi di Reggio Calabria e del quale era stato allievo.
Fu consacrato nella Cattedrale di Reggio dal cardinale Portanova l'8 gennaio 1899. Il regio-exequatur alla bolla pontificia fu concesso con data Monza 11 luglio, e il 14 settembre arrivò in diocesi, la più vasta della Calabria. La prima sua bolla è del 1° ottobre 1899.
Sulla scia dei suoi predecessori, si diede subito a un intenso lavoro in tutti i settori della vita diocesana. A cominciare dal seminario. A questo dedicò le sue prime e principali attenzioni. Curò la sua ricostruzione. Attuò un moderno completo ordinamento scolastico dalle elementari ai corsi teologici, finché, nel 1912 il seminario venne ridotto alle sole classi elementari e ginnasiali, dopo l'apertura del seminario regionale filosofico e teologico Pio X di Catanzaro.
Chiamò una schiera di valorosi professori. Inaugurò un corso di conferenze culturali. fondò il giornale Il Normanno e impiantò una tipografia vescovile a Mileto, poi trasferita a Polistena.
Altro campo della sua attività fu la cura pastorale del clero e della diocesi. Sappiamo che fece delle visite pastorali, ma gli atti sono ancora dispersi. Anche lui aveva cominciato a servirsi di idonei sacerdoti diocesani per missioni preparatorie delle visite e, con bolla del 15 settembre 1907, eresse una Pia Unione dei sacerdoti missionari diocesani del S. Cuore Eucaristico di Gesù con propria regola da lui approvata. Per il clero promosse corsi periodici regolari di Esercizi Spirituali, acquistando tutta l'attrezzatura per l'ospitalità dei sacerdoti in seminario. Dal suo clero uscirono i vescovi Galati, Taccone Gallucci e Occhiuto.
Ma l'8 settembre 1905 e poi il 28 dicembre 1908 terribili terremoti sconvolsero tutta la diocesi, insieme a gran parte della Calabria.La cattedrale, l'episcopio, il seminario e gli uffici diocesani erano rase al suolo come tanti paese. Inviò un telegramma al Pontefice Pio X per informarlo dell’immane disastro: «Piangendo partecipo a Vostra Santità distruzione Mileto per orrendo terremoto. Cattedrale episcopio seminario chiese sconquassate: parecchi paesi distrutti: numerose vittime. Ci conforti Padre Santo con sua benedizione. Giuseppe Vescovo»
Monsignor Morabito fu subito luoghi dei disastri. Poi sulle vie d'Italia per sollecitare soccorsi, che i suoi sacerdoti e chierici amministravano e distribuivano, prevenendo gli stessi interventi dello Stato.
Gli orfani superstiti venivano indirizzati nelle varie regioni d'Italia. Intuendo i pericoli di questa operazione. Era un problema che lo angosciava, perr cui lanciò il grido: «Gli orfani calabresi alla Calabria».
Per loro fondò un giornale Gemiti di madri, asili infantili a Mileto e a Palmi, l'orfanotrofio maschile e femminile «S. Giuseppe» a Polistena, insieme a un ospizio per vecchi a Mileto e un ospedale-sanatorio antimalarico a Nao di Ionadi. Altra opera del vescovo Morabito fu l'Osservatorio Sismico-Meteorologico di Mileto, fornito dei più moderni apparecchi esistenti a quel tempo.
Il suo ventennale episcopato, fu segnato da altri eventi tragici: una epidemia di colera nel 1910 ela tragedia della Grande Guerra del 1915-198 che portò tanti lutti.
Uomo di profonda cultura umanistica, fu anche un poeta e scrittore che «sapeva cogliere sentimenti e voci della natura e dell’anima». Pubblicò alcuni volumi di versi e prose scritte con «stile imaginoso»: novelle e racconti che si accostano al poetico. come scrisse La Civiltà cattolica.
Tanta attività lo distolse però dalla iniziale intensa cura della diocesi, e minò la sua salute, già intaccata dal diabete, per cui nel 1919 giunse in diocesi il vescovo Paolo Albera come amministratore apostolico “sede plena”,
II 4 luglio 1922 mons. Morabito rinunciò all’ufficio «a causa della mia cecità e di altri non lievi inconvenienti», e da papa Pio XI funominato arcivescovo titolare di Cizico. Visse l’ultimo periodo della sua vita in assoluta povertà e in solitudine, accudito dal nipote Peppino e da poche altre persone, i canonici Clemente Silipo, Giacomo Mancuso, e Antonio Albanese. Si spenseall'età di 65 anni e fu sepolto nella cattedrale.
Nel ricordo dei miletesi, anzi dei calabresi e degli italiani, è rimasto il «vescovo buono», l’«apostolo della Calabria», il «vescovo dei terremoti», il «padre degli orfani». (sulla base di una biografia di Vincenzo Francesco Luzzi integrata dalla redazione) © ICSAIC 2022 – 11 

Opere

  • Conforti e Speranze. Prose e Versi, scene calabre, da un libro di memorie, sursum corda, F. Morello, Reggio Calabria 1889;
  • I sette sabati di N. S. della Consolazione, Morello, Reggio Calabria 1893;
  • Il libro pei soldati, Morello, Reggio Calabria 1895;
  • Dal convento di S. Domenico in San Giorgio Morgeto, Morello, Reggio Calabria 1900;
  • Orazione funebre pel barone Filippo Taccone-Gallucci letta nella chiesa cattedrale di Mileto il 2 gennaio 1905, Morello, Reggio Calabria 1905;
  • Ai Vulcani d'Italia. Carmi, Ufficio della Rassegna nazionale, Firenze 1906 (già pubblicato in «Rassegna nazionale», fasc. 1, feb. 1906).
  • Note d'igiene in Calabria, Tip. Vescovile A. Laruffa, Mileto 1908;
  • Nel primo anniversario del terremoto del 28 dicembre 1908, Tip. Vescovile A. Laruffa, Mileto 1910.

Nota archivistica

  • Archivio Storico Diocesano Mileto, Carte Morabito, fasc 19 (BX15).
  • Archivio Storico Diocesano Reggio Calabria-Bova, Fondo Giuseppe Morabito

Nota bibliografica

  • La Civiltà Cattolica, Serie XIV, vol. IV. fasc. 943, 5, 27 settembre 1889;
  • Secol si rinnova. Per la Consacrazione del Can Giuseppe Morabito a vescovo di Mileto. Gennaio 1899, Tip. Lit. D. D'Angelo, Reggio Calabria 1899;
  • Peppino Morabito, Mons. Giuseppe Morabito: note biografiche con ritratti e facsimili, Stab. Tip. degli orfanelli, Polistena 1924, pp. 80;
  • In memoria di Mons. Giuseppe Morabito, già vescovo di Mileto, arcivescovo titolare di Cizico, tip. degli Orfanelli, Polistena 1924;
  • Le carte di mons. Giuseppe Morabito, Tip. F.A.T.A, Catanzaro 1975, pp. 14; Estratto da «Calabria letteraria», 22, n. 4-5-6, 1975;
  • Vincenzo Francesco Luzzi, I vescovi di Mileto, Pro Loco, Mileto 1989, pp. 295-296;
  • Ramondino Filippo, Giuseppe Morabito vescovo di Mileto tra pastorale organica e problematiche della storia, Ed. Apoikia-Adhoc, Vibo Valentia 2011;
  • Alfredo Focà, Mons. Giuseppe Morabito, Vescovo di Mileto, Angelo d­ei Terremoti, Padre degli Orfani e Apostolo della Calabria­, in «Rivista storca calabrese», n.s. XL, n. 1-2, 2019, pp. 95-126
  • Vincenzo Guerrisi, Monografia da Altanum a Polistena, territorio degli Itali-Morgeti, Booksprint, Romagnano al Monte (SA) 2021, p. 211;

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