Come già fatto in passato, riassumiamo parte dell’attività dell’Istituto mediante la riproposta delle locandine del 2022. Una sintesi dei vari eventi che l’ICSAIC ha organizzato, patrocinato o che hanno visto come protagonisti esponenti dell’Istituto.Un augurio di buone festività a tutti … Continua a leggere→
L’ICSAIC riprende le attività web dopo un periodo di interventi manutentivi sul portale, necessari per porre rimedio ad un attacco informatico. Abbiamo provveduto, per ora, al solo ripristino del sito. Prossimamente, ci dedicheremo a rinnovare l’aspetto grafico e apportare nuove funzionalità. Intanto, scusandoci per il disagio arrecato ai tanti nostri lettori, a brevissimo riprenderemo a postare notizie, articoli e le voci del Dizionario.
De Blanes a nuestros días, Catálogo, Montevideo 1961;
Alfredo De Simone, Museo Nacional de Bella Artes, Ministerio de Instruction Pùblica, Montevideo 1965;
Plásticos uruguayos. Tomo 2. Biblioteca del Poder Legislativo. Montevideo 1975;
Silvia Segui Correa e Juan Antonio Varese, En busca de Alfredo… Testimonios de familia, in «Cronicas Culturales», suppl a «El Dia», Montevideo, 3 aprile 1988, pp. 10-12;
Juan Carlos Risso, Asì lo recuerdo a Alfredo, in «Cronicas Culturales», suppl a «El Dia», Montevideo, 3 aprile 1988, p. 11;
Silvia Segui Correa e Juan Antonio Varese, En busca de Alfredo… “Una tarde en el Ateneo”, in «Cronicas Culturales», suppl a «El Dia», Montevideo, 17 luglio 1988, pp. 8-10;
Juan Antonio Varese, El centenario de Alfredo de Simone, in «El Pais de los Domingos», suppl a «El Dia», Montevideo, 2 novembre 1992;
Pinacoteca, Banco Central del Uruguay, Montevideo 1997;
Varios autores, Quién fue quién en la cultura uruguaya, Ediciones de la Plaza, Montevideo 1998;
Gabriel Peluffo Linari, Historiadela pintura uruguaya, Ediciones de la Banda Oriental, Montevideo 1999;
Enrique Estrazulàs, Los fuegos de Ansina e otros cuentos, Ediciones Banda Oriental, Montevideo 1999;
Walter Rela, Personalidades de la cultura en el Uruguay, Biblioteca Nacional de Uruguay, Montevideo, 2002;
Mario Sartor, Arte latinoamericana contemporanea: dal 1825 ad oggi, Jaca Book, Milano 2003;
Jacqueline Lacasa, El pintor Alfredo De Simone (1898-1950). Lo llamaban Doctor, in «El Pais», 17 agosto 2007;
Artes visuales en Uruguay: diccionario crítico. Nelson Di Maggio, s.l. 2013;
Roberto Mazzei, L’artista nostalgico di Lattarico, in «Parola di Vita», 23 ottobre 2014;
Enzo Le Pera, Gli artisti della Calabria. Dizionario degli Artisti Calabresi dell’Ottocento e del Novecento, Pellegrini, Cosenza 2019, ad nomen;
Antonietta De Fazio, La Calabria e i suoi artisti. Dizionario dei pittori (1700- 1930), Rubbettino, Soveria Mannelli 2020, pp. 131-132.
Luigi Cipparrone (Napoli, 24 luglio 1947 – Cosenza, 14 agosto 2013).
Anche se è nato a Napoli, può essere considerato calabrese perché è vissuto e ha lavorato per tutta la vita a Cosenza. Figlio di Giovanni e di Carolina Giannone ha conseguito la maturità classica al Bernardino Telesio nell’anno scolastico 1966-1967 e poi si è iscritto alla facoltà di Ingegneria presso l’università di Bologna. Nel 1980 ha sposato Gabriella Lo Feudo. La coppia ha avuto una figlia di nome Anna, storica dell’arte. Sin da ragazzo si è occupato di fotografia dedicandosi alla ripresa e alle stampe delle sue foto in una casalinga camera oscura, dimostrando una passione non comune verso la sperimentazione delle immagini. Passione che ha sempre coltivato e che pian piano lo ha condotto a compiere studi sempre più approfonditi. Studioso di fotografia, è stato un precursore di ciò che adesso fa parte del quotidiano di molti studiosi. La ricerca intrisa di approfondimenti socio-antropologici sull’identità dei luoghi, la valorizzazione dei territori, i luoghi e i non luoghi, le archeologie industriali, sono stati temi che ha trattato già dalla fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta. Pioniere della fotografia stenopeica, è stato storico, critico e docente, oltre che editore fotografico. Ha iniziato la sua attività negli anni Settanta avviando «molto presto una personale sperimentazione sulle tecniche della fotografia “off camera” e sulla “camera stenopeica” in particolare, tendente alla creazione di immagini uniche e irripetibili tali da potersi configurare come espressione di una nuova forma artistica nell’ambito delle arti figurative tradizionali». Instancabile sperimentatore non solo in ambito tecnico, attraverso la macchina fotografica ha indagato tematiche identitarie sia su un piano sociale sia su un piano personale. Non si è mai limitato, a ogni modo, alla riproduzione meccanica «intesa come fotocopia della realtà», preferendo a questa una sua rielaborazione critica, una riflessione che fosse analisi dell’immagine latente, dell’idea che vi sta dietro. Intensa è stata la sua collaborazione con il Musinf di Senigallia È stato uno dei protagonisti della fondazione dell’Osservatorio nazionale della fotografia stenopeica e dell’Archivio della fotografia stenopeica del Musinf, dove sono conservate alcune sue opere esposte nelle mostre di fotografia stenopeica tenutesi negli anni al Palazzo del Duca di Senigallia. Nel primo convegno nazionale di fotografia stenopeica, tenutosi sempre a Senigallia, il suo intervento è stato ritenuto tra i più importanti e costruttivi. Per alcune ricerche e sperimentazioni, insomma, è stato un vero precursore. È stato, inoltre, un attento osservatore e un acuto interprete della realtà che ha trasferito sulle sue immagini; era un ricercatore, uno studioso della fotografia che amava sperimentare. Ha collaborato per anni con il compianto prof. Marcello Walter Bruno nell’ambito del corso di Storia della fotografia al Dams dell’Università della Calabria, svolgendo seminari dedicati alla fotografia sperimentale e alla fotografia stenopeica. Nel 1984 ha fondato il Centro Sperimentale Produzione Audiovisivi, avviando così una personale sperimentazione sulla fotografia con la camera stenopeica e sulle tecniche della fotografia off camera. Dal 1889 al 1995, ha realizzato alcuni articoli visivi per la rivista dell’Ordine degli Ingegneri di Cosenza, «Il Politecnico». Nel 1994 ha frequentato uno stage diretto da Gabriele Basilico. Dalla frequentazione di artisti di ricerca, ha cominciato ad approfondire i legami tra fotografia e arte contemporanea. Dal 1996 è stato responsabile della casa editrice Le Nuvole nata a Cosenza per valorizzare un’editoria legata a temi e argomenti specifici del territorio calabrese e meridionale in genere. Negli anni 1997-1999 ideò e realizzò il progetto AdA anno d’artista. Nel 1999 partecipò con il video Via alla XLVIII Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia. Sempre del 1999 è la personale Così vicino Così lontano a Bruxelles. Nel 2001 organizzò la collettiva residenziale d’arte contemporanea Dal Due L’Uno e nel 2002 la rassegna Minimalia. Negli anni 2002-2004 promosse e realizzò i due laboratori didattici L’immagine dello spazio. Nel 2005, a Parigi, ha partecipato alla collettiva Le Polasér immaginaire. Nel 2008 ha partecipato alla VII edizione del Festival Internazionale di Fotografia di Roma e nel 2009 alla Quinta edizione della Giornata del Contemporaneo dell’AMACI. Numerose le mostre personali e collettive, i progetti e i laboratori didattici, i diatapes, le pubblicazioni. Nel 2004 la sua ricerca è sfociata nella fotografia automatica e istantanea. Nel 2005 ha fondato «Fuoriquadro», rivista d’informazione e di approfondimento sui beni culturali della Calabria (formato tabloid, 8 pagine a colori, illustrazioni originali, fotografie). La rivista è stata integralmente digitalizzata dall’Associazione Art&mente che ne ha proseguito la pubblicazione ed è disponibile sul sito www.allascopertadelpatrimonio.it/fuoriquadro. È morto prematuramente all’età di 66 anni e il Comune di Cosenza, insieme all’Ordine degli Architetti, gli ha immediatamente dedicato una mostra allestita nella sede dell’Ordine, dal titolo «Retrospettiva Luigi Cipparrone». A un anno dalla sua scomparsa, l’Associazione Culturale Aleph Arte di Lamezia Terme gli ha dedicato la Decima giornata del contemporaneo come promotore della fotografia stenopeica in Italia, rendendo omaggio alla sua ricerca più recente, presentando per la prima volta, presso i locali dell’Associazione, l’installazione fotografica «Io è un altro». L’Associazione Culturale Fata Morgana con Caterina Martino e Loredana Ciliberto hanno inteso omaggiarlo con un ciclo di seminari a lui dedicati attraverso il progetto «Luigi Cipparrone (1947-2013). La fotografia come archivio del territorio calabrese»; dal 27 aprile al 3 giugno 2021 esperti a livello nazionale hanno discusso e approfondito le tematiche oggetto dei suoi studi favorendo uno scambio culturale che era sempre stato un obiettivo da raggiungere. L’iniziativa si è conclusa nel giugno 2021 con una mostra presso Villa Rendano, sede della Fondazione Attilio e Elena Giuliani, un tempo casa del fotografo, nella quale sono state esposte fotografie di Cipparrone sul centro storico di Cosenza. A lui si devono numerose pubblicazioni sulla Pinhole Photography, ma soprattutto a lui, ha sottolineato ricordandolo la Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche) «devono la propria passione almeno tre o quattro generazioni di fotografi di una terra che ha sempre dovuto conquistare con fatica i propri spazi culturali». La famiglia Cipparrone insieme a un gruppo di amici ha istituito una borsa di studio a suo nome per approfondire temi legati alla fotografia stenopeica. Il premio voluto e gestito dalla famiglia vuole costruire e rappresentare un ponte in continuità con le sue aspirazioni che tanti giovani aveva avvicinato alla fotografia affinché il patrimonio di conoscenza e di competenza non venga disperso nel tempo. Sue opere sono state esposte a Milano nel 2017 nell’ambito di «sottese attese», una mostra allestita dall’Associazione Quintocortile. (Leonilde Reda) @ ICSAIC 2022 – 11
Opere principali
La camera obscura, ovvero il negativo di carta, Brenner, Cosenza 1989;
Tracce di treno, Edizioni Pubblisfera, S. Giovanni in Fiore 1994;
Cosenza, una città antica (con Beniamino Fioriglio e Eugenio Anselmo), Le nuvole, Cosenza 1997;
Il teatro dei cosentini. Il Rendano: origini e decorazioni (con Donatella Chiodo e Franco Flaccavento), Le Nuvole, Cosenza 2001;
Mercanti di luce. La fiera di s. Giuseppe a Cosenza (con Tobia Cornacchioli), Le Nuvole, Cosenza 2002
Sono stato alla 51ª Biennale di Venezia, Le Nuvole, Cosenza 2006;
Meccanica fotografia. Alla ricerca di un’idea, Le Nuvole, Cosenza 2006;
Linea di confine. Fotografie in tempo reale in Cassano allo Jonio il 22, 23, 24 agosto 2007, Le Nuvole, Cosenza 2008;
Didattica della fotografia stenopeica(con Vincenzo Marlocchini), vol. I, Le Nuvole, Cosenza 2008;
Dalla silhouetteall’impronta,vol. II, Le Nuvole, Cosenza 2008;
Sul ‘buco’. Riflessioni e considerazioni;vol. III, Le Nuvole, Cosenza 2008;
Esperienze di fotografia stenopeica, Le Nuvole, Cosenza 2008;
Pinhole Italia 2009. Autori, immagini, strumenti della fotografia stenopeica in Italia (curato con Vincenzo Marlocchini), Le Nuvole, Cosenza 2009.
Nota bibliografica
Marcello Walter Bruno, Alla luce dell’ombra. Ricordo di Luigi Cipparrone, fotografo e teorico, in «Corriere della Calabria», 23 maggio 2014, www.corrieredellacalabria.it/2014/05/23/alla-luce-dell-ombra-ricordo-di-luigi-cipparrone-fotografo-e-teorico/;
Daniela Santelli, Luigi Cipparrone e l’arte della fotografia, in Cosenza, in italiani.it, 25 aprile 2021, https://cosenza.italiani.it/scopricitta/luigi-cipparrone-e-l-arte-della-fotografia/;
Domenico Ritorto, Luigi Cipparrone (1947-2013). La fotografia come archivio del territorio calabrese, in «Cosenza Chanell», 28 maggio 2021, https://www.cosenzachannel.it/2021/05/28/progetto-luigi-cipparrone-la-fotografia-come-archivio-del-territorio/.
Diego Tajani [Cutro (Crotone), 8 giugno 1827 – Roma, 2 febbraio 1921)
Nato da Giuseppe, generale dell’esercito borbonico, e da Teresina Fattizza, famiglia originaria di Vietri sul Mare «che si era distinta per le armi e per la toga» , allo stato civile fu dichiarto con i nomi di Diego e Antonio. studiò a Napoli nella cui Università nel 1858 conseguì la laurea in Diritto e studiò anche filosofia e belle lettere, fisica, chimica patologica e anatomia pratica. Iniziò l’attività di avvocato con grande successo. Il primo tra i tanti processi che lo resero celebre fu quello in cui difese Giovanni Nicotera e altri superstiti della Spedizione di Sapri, davanti alla Gran Corte Speciale di Salerno Per l’impegno politico manifestato fu controllato dalla polizia borbonica e dopo il domicilio coatto nella sua casa di Vietri sul Mare, fu accusato di essere iscritto alla società segreta “Unione Italiana”, ma riuscì a sfuggire all’arresto e a recarsi a Torino, ove Cavour volle vederlo per avere notizie sul Regno di Napoli. A Torino, Tajani scrisse un Commentario al codice penale sardo in vigore nel Regno, e tale opera fu ufficialmente raccomandata alla magistratura dal ministro della Giustizia Giovanni De Foresta. Aveva partecipato già ai moti liberali del 1848 e dopo aver preso parte alla guerra d’indipendenza del 1859, arruolandosi come soldato nella Brigata Casale dell’XI reggimento di fanteria Cacciatori delle Alpi , ebbe le funzioni di vice Uditore Militare e i gradi di Colonnello, Tajani ebbe una vita familiare molto difficile e inizialmente triste. Sposò una prima volta la francese Giuseppina Sevoulle che morì di parto il 4 aprile 1858 dando alla luce la figlia Pina; pure di parto, dopo la nascita del figlio Giovanni, morì la seconda moglie, Fanny, sorella di Giuseppina. La terza e ultima moglie fu Teresina Foresta, originaria di Cutro, con la quale ebbe ben cinque figli: Chiara, Vittorio, Anna, Alberto e Ida. Dopo l’Unità d’Italia entrò in magistratura. Fu Procuratore Generale del Re presso le Corti di Appello dell’Aquila nel 1865 (prima come reggente e poi titolare), di Ancona l’anno dopo come reggente dal 6 dicembre, di Catanzaro (reggente dal 22 settembre 1866, quindi titolare dal 21 marzo 1867) e Palermo (dal 17 ottobre 1868). Infine fu Consigliere della Corte di cassazione di Napoli (dal 28 aprile 1872). Era Procuratore a Palermo quando, ritenendo che il questore di quella città, Giuseppe Albanese, fosse complice della mafia, ne ordinò l’arresto. Entrato così in aperto conflitto con il prefetto, generale Giacomo Medici, e con il guardasigilli Giovanni De Falco, il 21 ottobrelasciò Palermo e sebbene il 28 aprile 1872 gli fosse stato offerto il posto di consigliere della Cassazione di Napoli, il 6 giugno successivo lasciò la magistratura e tornò alla libera professione. Questa accrebbe ancora di più la sua fama per via di altre clamorose vicende giudiziarie; difese Raffaele Sonzogno nel processo contro Giuseppe Luciani, Francesco Crispi accusato di bigamia (1878), nel 1879 si batté (a la ottenne, per la grazia sovrana all’anarchico lucano Giovanni Passanante attentatore di Umberto I, e si adoperò per annullamento del matrimonio di Garibaldi con la marchesina Giuseppina Raimondi. Scegliendo di candidarsi con la Sinistra storica, nel 1874 fu eletto deputato nel collegio di Amalfi per la XII legislatura e fu riconfermato nel mandato per sette volte (tre nel collegio di Amalfi e 4 in quello di Salerno). Sedette sempre sui banchi della sinistra e fece una rapida carriera politica. Per due volte fu Vice Presidente della Camera (1876-1880; 1881-1886). Dei suoi discorsi parlamentari sono rimasti famosi quelli pronunciati nelle tornate dell’11, 12 e 16 giugno 1875 nella discussione sui provvedimenti eccezionali di pubblica sicurezza in Sicilia. In quell’occasione, infatti, Tajani affermò che la mafia aveva trovato vita facile in Sicilia sia perché le corporazioni religiose, che possedevano quasi il terzo di tutta la proprietà fondiaria dell’Isola, proteggevano e sfamavano gli oziosi, sia perché vi era una bolla pontificia che autorizzava i confessori a transigere su qualsiasi delitto mediante un certo compenso secondo una tariffa stabilita; narrò, inoltre, di tante cose viste e di cui aveva le prove ed affermò che anche il nuovo Governo, non diversamente da quello borbonico, non disdegnava di venire a patti con i mafiosi. I fatti rivelati dell’ex Procuratore Generale suscitarono le ire della Destra e gli applausi della Sinistra. Giovanni Lanza protestò e chiese che la Camera nominasse una Commissione di nove deputati con il mandato di verificare i fatti denunciati e, occorrendo, di procedere contro i responsabili. I provvedimenti eccezionali vennero approvati ma non applicati. Petruccelli della Gattina disse allora a Tajani: «Aspettatevi di diventare ministro guardasigilli o di essere assassinato». La profezia si verificò per la prima parte. Tajani divenne ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti nel terzo (dal 19 dicembre 1878-14 luglio 1879) e nel quinto Gabinetto Depretis (29 giugno 1885-4 aprile 1887). E anche da Guardasigilli, Tajani si rivelò «un Giove Olimpico saturato di fulmini»: epurazione, su vastissima scala, del personale giudiziario (1879); abolizione delle ferie dei magistrati; nuovo ordinamento giudiziario e nuova delimitazione delle circoscrizioni; proibizione di celebrare il matrimonio religioso se prima non fosse stato celebrato quello civile; punizione degli abusi del clero, e così via.
Il 25 ottobre 1896 fu nominato senatore per la 3ª categoria e subito assegnato alla Commissione Permanente d’accusa dell’Alta Corte di Giustizia, dove elaborò il nuovo regolamento giidiziario. Ormai molto anziano frequento poco l’aula del Senato, Il 21 maggio 1915, sebbene molto vecchio e ammalato, si fece tuttavia a Palazzo Madama per votare la legge dei pieni poteri al Governo di Salandra alla vigilia della entrata in guerra. Si spense alla veneranda età di 93 anni. In vita ebbe diverse onorificenze. Tra le altre: Ufficiale dell’Ordine dei anti Maurizio e Lazzaro, Cavaliere di Gran Croce decorato Gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia 1879, Cavaliere di Gran Croce decorato Gran cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. (Leonilde Reda e Jole Giugni Lattari) @ ICSAIC 2023 – 1
Opere
Commentario al codice penale sardo per l’avvocato Diego Tajani., Tip. Eredi Botta, Torino 1859;
Mafia e potere. Requisitoria, 1871, a cura di Paolo Pezzino, ETS, Pisa 1993;
Discorsi parlamentari 1874-1921, a cura di Maurizio Mesoraca, s.n.t.;
L’Italia meridionale. Discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati da Diego Tajani… nella seduta dell’11 e 12 giugno 1875, Napoli 1875.
Nota bibliografica
Giuseppe Mirabelli,L’inamovibilità della magistratura nel Regno d’Italia, Stab. tip. Cas- sazione, Napoli 1880, passim;
Marco Minghetti, I partiti politici e l’ingerenza loro nella giustizia e nell’amministrazione, Nicola Zanichelli, Bologna 1881, passim;
Domenico Amato, Cenni biografici d’illustri uomini politici e dei più chiari scienziati, letterati ed artisti contemporanei italiani, I, Stab. tip. Partenopeo, Napoli 1875, ad vocem;
Telesforo Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici di tutti i deputati e senatori eletti e creati dal 1848 al 1890, Tipografia editrice dell’industria, Terni 1890, ad vocem;
Vincenzo Riccio, Diego Tajani. Pagine di storia contemporanea, in «Nuova antologia di lettere, scienze ed arti», Serie 6 v. 213, 1921, pp. 28-41;
Vincenzo Riccio, Saggi biografici, Unitas, Milano 1924, ad ind.;
Tajani, Diego, in Enciclopedia Italiana, I, Appendice, Roma 1938, ad vocem;
Alberto Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, III, EBBI Istituto editoriale italiano B. C. Tosi, Roma 1941, ad vocem;
Amedeo Moscati, I ministri del Regno d’Italia, IV, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Napoli 1955, ad vocem;
Mario D’Addio, Politica e Magistratura (1848-1876), Giuffrè, Milano 1966, ad ind.;
Jole Giugni Lattari, I parlamentari della Calabria. Dal 1861 al 1967, Morara, Roma 1967, pp. 411-412;
Diego Tajani. Ritratto di un politico meridionale fra sinistra e trasformismo, in «ll Piacentino», a. CIX, n. 3-4, dicembre 1974;
Carlo Quarany, Diego Tajani iniziò sotto i Borboni a combattere la mafia in Calabria, in «Il corriere di Roma», n. 461, 1984, p. 8;
Mario Missori, Governi, alte cariche dello Stato, alti magistrati e prefetti del Regno d’Italia, Ministero Beni Att. Culturali, Roma 1989, ad ind.;
Giovanni Tajani, Diego Tajani. Patriota insigne giureconsulto, Tip. A. De Petrillo, Napoli 1990;
Carlo Guaranè, L’abbraccio di Cutro a Diego Tajani, in «Il corriere di Roma», n. 611, 1992, p. 22;
Pietro Saraceno, Le «epurazioni» della magistratura in Italia. Dal Regno di Sardegna alla Repubblica 1848-1951, in «Clio», XXIX, 3, 1993, pp. 505-523;
Mario Scarpelli (a cura di), Diego Tajani giureconsulto, statista, oratore, patriota: un grande uomo di Calabria, Tipolitografia di Roberto Reggio, S. Marco Argentano 2001;
Cristina Ivaldi (a cura di), I Ministri della Giustizia nel primo trentennio del Regno d’Italia. Da Cassinis a Zanardelli. Repertorio biobibliografico, Vecchiarelli, Roma 2010, ad vocem;
Elena Gaetana Faraci, Il caso Tajani. Storie di magistrati nell’Italia liberale. Con appendice documentaria, Bonanno, Acireale-Roma 2013;
Maurizio Mesoraca, Diego Tajani. Un cambiamento atteso un secolo e i nodi irrisolti dell’Italia, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019;
Antonella Meniconi, Tajani, DiegoAntonio, in «Dizionario Biografico degli Italiani», Vol. 94, Roma 2019;
Marco Scarponi, Toghe di cristallo. Storia di Diego Tajani, Aracne, Canterano 2020;
Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale (4 maggio 2020), I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, sub voce,http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/T_l2?OpenPage.
Satana: inno, Tipografia dello Statuto, Palermo 1883;
Inno trionfale al Re, per coro e banda o pianoforte, versi del Cav. Carlo Spadei, musica del violinista Luigi Albanese, s. d. (tra 1891-1896);
Se non torni? Canzonetta [per canto e pianoforte]: op. 37 / versi di Carlo Spadei… musica di Luigi Albanese,Napoli [1893];
Pensieri aurei dedicati alla gioventù, Tip. V. Vecchi Edit., Trani 1896;
Pensieri aurei: giudizi della stampa,Bari 1896;
Il genetliaco del re Umberto: Scherzo poetico, tipi di V. Vecchi, Trani 1896;
Agli ufficiali ed alunni del Convitto Nazionale V. E. II in Roma, Tip. forense, Roma, 1903;
In solitudine. Voci ed echi,Tip. dell’Unione, Roma 1910;
Rabindranath Tagore.Liriche. Saggio di versioni di Carlo Spadei, s.n., Roma 1914.
Perse
Versi, Maddaloni s. d. (ma 1891-1892).
Nota bibliografica
Angelo De Gubernatis, Dictionnaire international des écrivains du monde latin, Chez l’Auteur, Roma-Firenze 1905, p. 1356, a.v.;
Antonio Pagliaro, Don Carlo Spadei Rettore del Regio Convitto Nazionale “G. Bruno” di Maddaloni (dal 6 novembre 1885 al 2 febbraio 1891), Maddaloni, 20 marso 2017, https://sites.google.com/view/toninopagliaro/storia;
Antonio Pagliaro, Guida del Convitto Nazionale Statale “Giordano Bruno” (ex Convento di S. Francesco d’Assisi) Maddaloni (CE) di Antonio Pagliaro, Maddaloni, 2015, pp. 14, 16, https://issuu.com/tonino00/docs/guidaconvitto;
Giuseppe Zangari, D. Carlo Spadei. Sacerdote, educatore, poeta, rettore, Grafiche Falcone, Squillace 2022.
Amedeo Perna [Mormanno (Cosenza), 22 (o 24) ottobre 1875 – Carlino (Udine), 14 ottobre 1948]
Nacque da Vincenzo e da Lucia Cantisani. Dopo aver compiuti i primi studi nel Ginnasio di Castrovillari, si recò nel 1892 al Liceo di Cosenza. Per il primo e il secondo corso fu dispensato da tutti gli esami e per questo, secondo le norme in vigore in quel tempo, poté presentarsi agli esami di licenza liceale dopo il secondo anno di Liceo. Fu promosso a luglio al primo scrutinio col massimo dei voti e dalla Provincia gli fu conferita la borsa di studio del legato Pezzullo. Nel 1894 passò a studiare medicina all’Università di Roma, laureandosi nel luglio del 1900. Nel novembre si traferì a Firenze per compiervi il servizio militare nella Scuola di Sanità. Agli esami di nomina a Ufficiale Medico risultò tra i primi su 200 allievi e perciò poté essere destinato a Roma all’Ospedale del Celio, dove fu Direttore del gabinetto odontoiatrico fino al 1914. Nel 1905 passò tre mesi a Parigi per frequentarvi quella Scuola di Odontoiatria. Nel 1906 apri a Roma uno studio odontoiatrico privato, che prese un notevole sviluppo. Si segnaò nel portare soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto del 28 dicembre 1908 che colpì Reggio Calabria e Messina e per il suo impegno fu decorato con medaglia d’argento. Nel 1910 fece un viaggio negli Stati Uniti d’America per studiarvi l’organizzazione delle scuole dentarie. Tale organizzazione studiò pure a Ginevra nel 1911, dove fu in relazione con i professori Bardet, Julliard, Wartman, Metral e Pernod. Durante la guerra del 1915-1918 impiantò due ospedali per stomatolosi, assumendone la direzione. Nel 1917, mentre era Direttore dell’Ospedale di Treviso, fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Legion d’Onore da parte del Presidente della Repubblica Francese. Ebbe due promozioni per meriti di guerra. Dopo Caporetto fu chiamato a Roma per organizzare e dirigere il grande centro stomaiotrico regionale, che diresse dal gennaio del 1918 al giugno del 1919. Chiuso dopo la guerra, ne apri uno a sue spese a Napoli nello stesso 1919 e per questo consegui una seconda libera docenza in Stomatologia in quella Università, dopo quella in Odontoiatria e protesi dentaria già ottenuta per titoli a Roma nel 1913. Nel 1924 ebbe l’incarico dell’insegnamento ufficiale di odontoiatria all’Università di Bari, dove diresse pure l’ambulatorio di quella scuola odontoiatrica. Nel 1917 al concorso indetto dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna ottenne la targa d’oro e il diploma d’onore. Nel 1923 fu nominato dal Ministero delle Finanze e della Guerra componente della Commissione Medica Superiore, quale consulente della traumatologia della bocca. Dal 12 marzo 1929 fu Professore ordinario di Istituzioni di odontoiatria alla Università di Roma, in seguito assegnato alla Cattedra di Clinica Odontoiatrica. Nel 1934 fu inaugurato a Roma il grandioso e moderno Istituto Superiore «Giorgio Eastman» di odontoiatria e ne divenne il primo direttore. Nell’agosto dello stesso anno il Congresso stomatologico italiano, promosso dalla Federazione Stomatolica ltaliana di cui era a capo il suo concittadino e amico Pasquale Lippo dell’Università di Napoli, gli decretò una medaglia d’oro per l’opera tenace, continua e coraggiosa da lui svolta per l’elevazione della cultura stomatolica, per la propaganda della profilassi e dell’igiene dentaria a favore del miglioramento sociale e per la difesa degli interessi morali e materiali della categoria. Maggiore Medico in A.R.Q. in servizio permanente (nel marzo del 1932 fu promosso Generale Medico) e deputato al Parlamento per tre legislature, la XXVII, la XXVIII, la XXIX, candidato per volere di Michele Bianchi nel 1924 nel Collegio Calabria e Basilicata, nel 1929 e nel 1934 nel Collegio unico nazionale, il 20 ottobre 1939 fu nominato senatore, facendo parte della commissione legislativa degli Affari interni e della Giustizia. Sposato con Ottorina Invernizzi, ebbe due figli, Ernesto e Maria. Accademico ordinario dell’Accademia medica di Roma (dicembre 1929), nel 1937 fu eletto Presidente dell’Accademia Cosentina, nel 1941 membro onorario dell’Istituto giapponese di stomatologia, ottenendo che due sue opere fossero tradotte in giapponese. Ebbe diverse onorificenze, civili e militari. Le prime: Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (16 luglio 1916); Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (24 luglio 1919); Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia (10 marzo 1921); Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (22 dicembre 1921); Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (15 novembre 1936); Gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia (24 novembre 1938); quelle milutari: Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918; Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia; Medaglia interalleata della Vittoria; Medaglia di bronzo al merito di lungo comando di reparto; Croce al merito di guerra. La seconda guerra mondiale, con il tracollo del Fascismo, ha portato con sé anche la sua caduta da quel fastigio cui era pervenuto con un’ascensione mai interrotta. Fu dichiarato decaduto dalla carica di senatore il 20 dicembre 1944 con ordinanza dell’Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il Fascismo (sulla base di una biografia di p. Francesco Russo) @ ICSAIC 2022 – 11
Opere monografiche
Sviluppo e anomalie dei denti, Tip. Fratelli Pallotta, Roma 1912, pp. 189;
Sullo sviluppo della bocca, Tip. Fratelli Pallotta, Roma 1913, pp. 88;
Sulle alterazioni del ganglo di Gasser in seguito all’ estrazione dei denti. Con la biografia del soggetto, Tip. dei Fratelli Pallotta, Roma1912. pp. 67 (Estr. da «Ricerche fatte nel Laboratorio di anatomia normale della R. Università di Roma a. XVII f. I).
Piorrea alveolare, Casa Editrice Italiana, Roma 1913, pp. 88;
Protesi della mandibola. Con la biografia del soggetto, Casa Editrice Italiana Roma 1913, pp. 88 (Estr. da Odonto-stomatologia» a. XII, n. 5, 6 e 7).
Disodontosiasi del 3° multicuspidato inferiore (dente della saggezza, Casa Editrice Italiana, Roma 1913, pp. 58 (Estr. da «Giornale di Medicina militare» IV, 61 s).
Osservazioni sullo smalto e sulla dentina. Ricerche fatte nel Laboratorio di anatomia normale della R. Università di Roma e in altri laboratori biologici, Casa Editrice Italiana, Roma 1913. pp. 74;
Frattura delle ossa mascellari (considerate specialmente in relazione alle armi da fuoco), Tipografia della Camera dei Deputati di C. Colombo, Roma 1919, pp. 468;
Batterioemie di origine boccale in rapporto ai presunti gravi danni che la odontoiatria conservativa e la protesi dentaria arrecano allo stato generale dell’organismo, s.n., Roma 1922;
La riforma odontoiatrica, s.n., Roma 1924;
Contributo alla patogenesi delle cistonogene paradentarie, s.n., Roma 1925.
L’Assistenza odontoiatrica in Italia. Quanto si è fatto e quanto resta da fare, Tipografia della Camera dei Deputati del C. Colombo, Roma 1937, pp. 155;
Trattato pratico di odontoiatria per medici e studenti, A. Morano Edit., Napoli 1938, pp. XVIII-470.
Nota bibliografica
Scritti in onore del Senatore Prof. On. Amedeo Perna in occasione del VI lustro del suo insegnamento, a cura dei suoi allievi, Roma 1939;
Angelo Fortunato Formiggini, Chi è? Dizionario degli Italiani d’oggi, Roma 1936, p. 710; Roma 1940, p. 730; Roma 1948, p. 703;
Jole Lattari Giugni, I parlamentari della Calabria: dal 1861 al 1967,Morara, Roma 1967,pp. 414-415;
p. Francesco Russo M.S.C., Gli scrittori di Castrovillari, II ed., Edizioni Prometeo, Castrovillari 1991, pp. 116-120;
Vittorio Cappelli, Emigranti, moschetti e podestà: pagine di storia sociale e politica nell’area del Pollino (1880-1943), Il Coscile, Castrovillari 1995, pp. 203-204.
Conforti e Speranze. Prose e Versi, scene calabre, da un libro di memorie, sursum corda, F. Morello, Reggio Calabria 1889;
I sette sabati di N. S. della Consolazione, Morello, Reggio Calabria 1893;
Il libro pei soldati, Morello, Reggio Calabria 1895;
Dal convento di S. Domenico in San Giorgio Morgeto, Morello, Reggio Calabria 1900;
Orazione funebre pel barone Filippo Taccone-Gallucci letta nella chiesa cattedrale di Mileto il 2 gennaio 1905, Morello, Reggio Calabria 1905;
Ai Vulcani d’Italia. Carmi, Ufficio della Rassegna nazionale, Firenze 1906 (già pubblicato in «Rassegna nazionale», fasc. 1, feb. 1906).
Note d’igiene in Calabria, Tip. Vescovile A. Laruffa, Mileto 1908;
Nel primo anniversario del terremoto del 28 dicembre 1908, Tip. Vescovile A. Laruffa, Mileto 1910.
Nota archivistica
Archivio Storico Diocesano Mileto, Carte Morabito, fasc 19 (BX15).
Archivio Storico Diocesano Reggio Calabria-Bova, Fondo Giuseppe Morabito
Nota bibliografica
La Civiltà Cattolica, Serie XIV, vol. IV. fasc. 943, 5, 27 settembre 1889;
Secol si rinnova. Per la Consacrazione del Can Giuseppe Morabito a vescovo di Mileto. Gennaio 1899, Tip. Lit. D. D’Angelo, Reggio Calabria 1899;
Peppino Morabito, Mons. Giuseppe Morabito: note biografiche con ritratti e facsimili, Stab. Tip. degli orfanelli, Polistena 1924, pp. 80;
In memoria di Mons. Giuseppe Morabito, già vescovo di Mileto, arcivescovo titolare di Cizico, tip. degli Orfanelli, Polistena 1924;
Le carte di mons. Giuseppe Morabito, Tip. F.A.T.A, Catanzaro 1975, pp. 14; Estratto da «Calabria letteraria», 22, n. 4-5-6, 1975;
Vincenzo Francesco Luzzi, I vescovi di Mileto, Pro Loco, Mileto 1989, pp. 295-296;
Ramondino Filippo, Giuseppe Morabito vescovo di Mileto tra pastorale organica e problematichedella storia, Ed. Apoikia-Adhoc, Vibo Valentia 2011;
Alfredo Focà, Mons. Giuseppe Morabito, Vescovo di Mileto, Angelo dei Terremoti, Padre degli Orfani e Apostolo della Calabria, in «Rivista storca calabrese», n.s. XL, n. 1-2, 2019, pp. 95-126
Vincenzo Guerrisi, Monografia da Altanum a Polistena, territorio degli Itali-Morgeti, Booksprint, Romagnano al Monte (SA) 2021, p. 211;
Alighieri Mazziotti [San Demetrio Corone (Cosenza), 9 giugno 1949 – Bologna, 17 ottobre 2001]
Primogenito di Innocenzo (Croce al Merito di Guerra e preside nella Scuola Media di San Demetrio Corone) e di Cristina Baffa (docente di Educazione fisica). Dopo di lui sono nati i fratelli Adriano e Attilio. Le origini della sua famiglia, distintasi nella lotta antiborbonica e in alcune battaglie combattute per l’Unità d’Italia, risalgono alla fine del Settecento. Dopo aver conseguito la maturità, con il massimo dei voti, nello storico Liceo Classico del suo paese, si iscrisse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, dove si laureò con lode e la “dignità di stampa” discutendo una tesi sperimentale sui criteri, all’epoca innovativi, del trattamento chirurgico dell’insufficienza epatica acuta. Sposatosi con una compaesana, Marisa Bloise, ha avuto un figlio, Marco. La sua formazione professionale iniziò con il prof. Leonardo Possati, allora alla guida della Scuola chirurgica bolognese, e prosegui successivamente con i suoi “eredi”, il prof. Giuseppe Gozzetti e il prof. Antonino Cavallari, quest’ultimo calabrese di Nicotera. Specializzatosi in Chirurgia vascolare nel 1976 e in Chirurgia generale nel 1979 con lode, si dedicò all’approfondimento delle tecniche chirurgiche sul fegato, soggiornando presso l’Università di Lione che porta il nome del fondatore della medicina sperimentale, Claude Bernard. Nel triennio 1976-1979 gli venne assegnata una borsa di studio del CNR per un progetto di ricerca sulla rigenerazione del fegato. Nel 1980 divenne assistente universitario all’Alma Mater di Bologna e, nel 1983, a soli 34 anni, risultò idoneo al concorso per professore associato, diventando titolare della cattedra di Fisiopatologia Chirurgica. Ancora molto giovane, con Antonino Cavallari e Roberto Bellusci, si dedicò in particolare alla sperimentazione del trapianto di fegato. La svolta più importante della sua attività professionale, tuttavia, si registrò nel 1994 a Pittsburg (USA), dove fu accolto dal prof. Tomas Starzl, direttore dell’Organ Transplantation Foundation del Presbiterian Hospital. Grazie alla proficua esperienza americana, acquisì innovative tecniche chirurgiche sulle patologie del fegato che, una volta tornato a Bologna, gli consentirono di assumere un ruolo determinante nell’organizzazione e nello sviluppo del Centro trapianti di fegato del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, riuscendo così ad avviare con il prof. Gozzetti una brillante e lunga serie di trapianti epatici. Nel 1998 fu chiamato dalla facoltà felsinea a ricoprire la cattedra di Patologia speciale chirurgica nel corso di laurea in Odontoiatria. Successivamente divenne professore associato nella Seconda Clinica Chirurgica della stessa Università, e nel novembre 1999 venne nominato direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale del Policlinico Sant’Orsola, incarico che ricoprì fino alla sua scomparsa. Alighieri Mazziotti fu considerato il collante del gruppo originario dei chirurghi che si era formato a Bologna in ambito trapiantologico e ritenuto uno dei più affermati chirurghi epato-biliari in ambito europeo. Fu autore e co-autore di trattati scientifici, scritti o curati assieme ad altri colleghi, e di 132 pubblicazioni scientifiche che secondo il sito specializzato “researchgate.net” hanno avuto ben 2232 citazioni. Le sue più importanti acquisizioni di patologia e di tecnica operatoria epato-biliare, sono state descritte nel trattato Techniques in Liver Surgery, realizzato in collaborazione con il prof. Cavallari, anche lui ordinario di Chirurgia presso l’Ateneo bolognese. Diversi furono i riconoscimenti per la sua attività di chirurgo e di docente. Il 2 giugno 1996, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri Lamberto Dini, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro lo nominò Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica. Venne a mancare per un male incurabile a soli 52 anni, quando era nel pieno della sua maturità professionale che gli avrebbe consentito, di sicuro, di continuare a salvare tante vite e di alleviare le sofferenze dei suoi pazienti, molti dei quali venivano visitati nel periodo estivo nelle stanze della sua antica abitazione natia, adibite a piccoli ambulatori chirurgici. La sua morte è stata una grave perdita per la famiglia, per i suoi colleghi, per il mondo scientifico ma, soprattutto, per i pazienti. Diverse sono state le iniziative per ricordare il chirurgo calabrese partito da un piccolo paese albanofono della provincia cosentina. Tra le varie iniziative, vanno annoverati diversi seminari organizzati nel corso degli anni a Cosenza dal prof. Bruno Nardo, suo assistente dai tempi del Sant’Orsola e attuale Direttore della Uoc di Chirurgia generale dell’ospedale regionale dell’Annunziata di Cosenza, comprendenti anche uno speciale premio alla memoria del Mazziotti destinato al vincitore del migliore lavoro nell’ambito della chirurgia epatica. Nella ricorrenza del decennale della sua scomparsa, i colleghi bolognesi ricordarono la sua figura dedicandogli unMemorial; e nella occasione un premio a suo nome fu istituito dai suoi fratelli e da loro consegnato al dott. Giorgio Ercolani, allievo del fratello e chirurgo al Policlinico Sant’ Orsola-Malpighi di Bologna, quale autore del miglior videoforum di chirurgia epato-biliare. Una lodevole menzione del Mazziotti è contenuta nella pubblicazione L’Ospedale dell’Annunziata e i grandi medici calabresi, curata dal chirurgo prof. Antonio Petrassi, che lo descrisse come il «bravissimo chirurgo calabrese di San Demetrio Corone». Del prof. Mazziotti in più occasioni si è occupata la stampa calabrese attraverso le seguenti testate: Confronti, Gazzetta del Sud, La Provincia Cosentina, Il Quotidiano del Sud, Katundy Ynë. (Francesca Raimondi) @ ICSAIC 2022 – 11
Opere essenziali
Ecografia intraoperatoria in chirurgia epato-biliare e pancreatica, con Giuseppe Gozzetti e Luigi Bolondi, Masson, Milano 1986;
La chirurgia degli epatocarcinomi su cirrosi, con Giuseppe Gozzetti e Antonino Cavallari, Masson, Milano 1987;
2nd World congress International hepato-pancreato-biliary association, Bologna (Italy), June 2-6 1996, con Antonino Cavallari e Alfonso Principe (eds), Monduzzi, Bologna 1996;
Techniques in liver surgery, con Antonino Cavallari, Greenwich Medical Media, London 1997;
Modelli sperimentali nel trapianto di fegato, con Giuseppe Gruttadauria, Medical Books, Palermo 1998.
Nota bibliografica
Antonio Petrassi, L’ospedale dell’Annunziata e i grandi medici calabresi, Editoriale Bios, Castrolibero (Cosenza) 2005;
La chirurgia calabrese ricorda il prof. Alighieri Mazziotti, in «Confronti», n. 2, febbraio 2009.
La difficile via italiana alla costituente, Vallecchi, Firenze 1969;
Contadini, emigrazione e riforme: pagine meridionalistiche, Lerici, Cosenza 1978;
Discorsi parlamentari, voll. 1-3, Grafica editrice romana, Roma 1979-1980;
Scritti editi e inediti di Fausto Gullo, a cura di Rosanna Serpa Gullo, Associazione culturale Luigi Gullo, Cosenza 2004.
Nota archivistica
Archivio Icsaic, Fondo Fausto Gullo, Documenti, lettere e appunti;
Archivio della Fondazione Istituto Gramsci, Verbali delle riunioni del gruppo parlamentare comunista all’Assemblea costituente; Biografie, memorie, testimonianze;
Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di P. S., Divisione AA. GG. e RR., Casellario politico centrale, b. 2595, f. 25659; Confino politico, b. 523; Presidenza del Consiglio dei ministri, Governo di Brindisi-Salerno 1943-1944, categoria 15.
Nota bibliografica
Paolo Spriano, Storia dal Partito comunista italiano, I-V, Einaudi, Torino 1967-75, ad indices;
Sidney G. Tarrow, Partito comunista e contadini nel Mezzogiorno, Einaudi, Torino 1972, ad indicem;
Pietro Mancini, Il Partito socialista italiano nella provincia di Cosenza (1904-1924), Pellegrini, Cosenza 1974, ad indicem;
Piero Ardenti, La Calabria di Fausto Gullo, in «Il Giornale di Calabria», 5 settembre 1975;
Ferdinando Cordova, Alle origini del PCI in Calabria (1918-1926), Bulzoni, Roma 1977, ad indicem;
Giorgio Galli, Storia del PCI, Bompiani, Milano 1976, ad indicem;
Paolo Cinanni, Lotte per la terra e comunisti in Calabria (1943-1953): “terre pubbliche” e Mezzogiorno, Feltrinelli, Milano 1977, ad indicem;
Carlo Amirante e Vincenzo Atripalda (a cura di), Fausto Gullo fra Costituente e governo, ESI, Napoli 1977;
Fulvio Mazza e Maria Tolone, Fausto Gullo, Pellegrini, Cosenza 1982;
Vito Barresi, Il ministro dei contadini: la vita di Fausto Gullo come storia del rapporto fra intellettuali e classi rurali, Franco Angeli, Milano 1983;
Anna Rossi Doria, Il ministro e i contadini, Bulzoni, Roma 1983;
Tobia Cornacchioli, Il fondo documentario Fausto Gullo, in «Bollettino dell’ICSAIC», n. 1-2, 1994, pp. 64-73;
Marco De Nicolò, Lo Stato nuovo. Fausto Gullo, il PCI e l’Assemblea costituente, Pellegrini, Cosenza 1996;
Giuseppe Masi (a cura di), Mezzogiorno e Stato nell’opera di Fausto Gullo, Icsaic-Edizioni Orizzonti Meridionali,Cosenza 1998;
Emanuele Bernardi, Il Governo Bonomi e gli angloamericani. I «decreti Gullo» dell’ottobre 1944 come momento della politica nazionale e delle relazioni internazionali, in «Studi Storici», 4, 2002;
Marco De Nicolò, Gullo, Fausto, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 61, 2004, https://www.treccani.it/enciclopedia/fausto-gullo_%28Dizionario-Biografico%29/
Oscar Greco (a cura di), Caro compagno. L’epistolario di Fausto Gullo, Guida, Napoli 2014;
Oscar Greco, Fausto Gullo, in Vittorio Cappelli e Paolo Palma, I calabresi all’Assemblea Costituente 1946-1948, Rubbettino, Soveria Mannelli 2020, pp. 84-94;
Giuseppe Pierino, Un comunista nella storia d’Italia, Rubbettino, Soveria Mannelli 2021.
Archivio di Stato di Bologna, fascicolo Francesco D’Agostino
Nota bibliografica
Francesco D’Agostino, Curriculum vitae, Coop. Tip. Edit. Paolo Galeati, Imola 1926;
In memoria del prof. Dott. Francesco D’Agostino, s.n., s. l., s. d., 1955, p. 5;
Guglielmo Cenni, Imola sotto il terrore della guerra. 25 Luglio 1943 – 14 Aprile 1945, Tipografia S.C.O.T., Bagnacavallo 1948, pp. 30-32;
Luciano Bergonzini e Luigi Arbizzani La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, voll. 1-5, Istituto per la storia di Bologna, Bologna 1969;
Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919- 1945),vol. III, Dizionario biografico, D – L, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna 1985;
Isolo Sangineto, I calabresi nella guerra di Liberazion. 1° – I partigiani della provincia di Cosenza, Pellegrini. Cosenza 1992, pp. 110-112;
Nazario Galassi, Imola dal fascismo alla liberazione 1930 – 1945, University Press, Bologna 1995, pp. 242-245
Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna. Settembre 1943-aprile 1945, il Mulino, Bologna 1998;
Leonardo R. Alario, Francesco D’Agostino, martire della libertà, in «Sibari.info”, 30 settembre 2013, http://www.sibari.info/index.php?option=com_content&task=view&id=3565;
Pino Ippolito Armino, Storia della Calabria partigiana, Pellegrini, Cosenza 2019, p. 91-92;
Artt. 1655-1702 (cur. con Pietro Dubolino), A. Giuffre, Milano 2012;
Manuale del diritto dei consumatori (con Maria Pia Pignalosa), Dike giuridica, Roma 2013;
Diritto dei consumatori (cur. cin di Guido Alpa), il Mulino, Bologna 2016;
Le società pubbliche (cur. con Francesco Fimmanò), Universitas Mercatorum, Roma], Giapeto, Napoli 2017;
Concorrenza, mercato e diritto dei consumatori (diretto con Giuseppe Cassano e Renato Clarizia), Utet, Torino 2018.
Nota bibliografica
Antonella Baccaro, Antonio Catricalà , chi era: dall’Antitrust agli Aeroporti di Roma, «Corriere della Sera », 24 febbraio 2021, https://www.corriere.it/economia/finanza/21_febbraio_24/antonio-catricala-morto-chi-era-dall-antitrust-aeroporti-roma-01493bde-7683-11eb-843a-1237b4657d5e.shtml?refresh_ce-cp
Morto suicida Antonio Catricalà , ex garante dell’Antitrust, «La Repubblica », 24 febbraio 2021, https://www.repubblica.it/economia/2021/02/24/news/morto_antonio_catricala_ex_ garante_antitrust-288985780/?ref=search;
Aldo Fontanarosa, Catricalà al governo con Berlusconi, Monti e Letta. Presidente Antitrust nel segno del dialogo, «La Repubblica », 24 febbraio 2021, https://www.repubblica.it/economia/2021/02/24/news/catricala_al_governo_con_berlusconi_e_monti_presidente_antitrust_nel_segno_del_dialogo-288994396/;
Antonio Catricalà , il civil servant dai molti ruoli, «Ansa », 24 febbraio 2021, https://www. ansa.it/sito/notizie/politica/2021/02/24/antonio-catricala-il-civil-servant-dai-molti-ruoli_59c6ede6-9534-4689-abea-3d9b9877a104.html;
Mario Aiello, Morto Antonio Catricalà , il servitore dello Stato tra diritto e politica, «Il Messaggero », 25 febbraio 2021;
Santo Strati, Commosso commiato per Antonio Catricalà , ma dalla Calabria non va nessuno, «Calabria.Live », 27 febbraio 2021, https://calabria.live/commosso-commiato-per-antonio-catricala-ma-dalla-calabria-non-va-nessuno/;
Pino Nano, Antonio Catricalà, la sua morte, un mistero. “Icona di Stato”, e soprattutto “Figlio e Orgoglio Calabrese”, «Prima pagina news», 25 marzo 2021, https://www.primapaginanews.it/ articoli/antonio-catrical-la-sua-morte-un-mistero.-icona-di-stato-e-soprattutto-figlio-e-orgoglio-calabrese-.-488966;
Pino Nano, Antonio Catricalà, Gianni Letta: “Nessuno come lui”, «Prima pagina news», », 24 febbraio 2022;
Pino Nano, In Senato commosso ricordo di Antonio Catricalà a un anno dalla sua tragica morte, in «Il Giornale di Calabria», 25 febbraio 2022.
Mercoledì 14 dicembre, all’Unical, nella Biblioteca di Area Umanistica “F. F. Fagiani”, a partire dalle ore 11, sarà presentato il volume “Arte e Politica in Calabria, Opere e immagini del Risorgimento e dell’Italia Unita” curato da Leonardo Passarelli e Maria Saveria Ruga per i tipi di Rubbettino. Tra gli interventi, i saluti di Benedetto Clausi, presidente della Biblioteca di Area Umanistica, a cui seguirà l’introduzione di Alessandro Russo, vice presidente della Fondazione Cefaly, che modererà anche il dibattito. La presentazione del volume è affidata a Vittorio Cappelli, direttore dell’ICSAIC e storico dell’Unical. Saranno presenti gli Autori.
Si terrà Mercoledì 23 novembre 2022, alle ore 18, a Crotone, una interessante conversazione dal titolo “Dal combattentismo alla Marcia Roma”, nell’ambito delle iniziative volte ad approfondire uno dei momenti più importanti del ‘900, che la propaganda fascista avrebbe considerato come l’atto fondativo del regime. L’evento, introdotto dalla presidente della Società “Dante Alighieri” di Crotone, la professoressa Antonella Cosentino, sarà l’occasione per analizzare alcuni momenti che condussero al radicamento del fascismo nel territorio crotonese. Attraverso la relazione dello storico Christian Palmieri, componente del Direttivo dell’ICSAIC, che introdurrà i risultati di nuove ricerche condotte sull’argomento, verranno presentati inoltre alcuni profili biografici che risulteranno fondamentali – soprattutto nelle fasi iniziali del fenomeno fascista – per comprendere i motivi di un relativamente rapido attecchimento, a far data dall’estate del ’22 e, dunque, la specificità nella sua dimensione crotonese. L’iniziativa, in programma alle 18 presso la Sala delle conferenze della Società Dante Alighieri di Crotone, in Vico Caloiro n. 3, è organizzata in collaborazione con l’ICSAIC, Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, e con il supporto dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, Comitato di Crotone.