I Romeo e il Risorgimento italiano a Reggio Calabria

Su iniziativa dell’Associazione Culturale Anassilaos e dello Spazio Open si è tenuta la conversazione da remoto sui Romeo e il Risorgimento italiano del dott. Fabio Arichetta, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e dell’Istituto di storia del Risorgimento Italiano. L’incontro è stato patrocinato anche dall’Istituto calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea e dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria.
Sono state illustrate le biografie di Giannandrea Romeo [Santo Stefano in Aspromonte (Reggio Calabria), 4 luglio 1786 – 28 aprile 1862], Pietro Aristeo Romeo  [Santo Stefano in Aspromonte (Reggio Calabria), 5 luglio 1817 – 18 novembre 1886] e Stefano Romeo [Santo Stefano in Aspromonte (Reggio Calabria), 13 settembre 1819 -10 agosto 1869], pubblicate nel Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea.
Giannandrea insieme al fratello Domenico, maturò in un ambiente familiare intriso di valori repubblicani, aderì con entusiasmo al decennio francese e ricoprì ruoli amministrativi. Dopo essere stato imprigionato a seguito della restaurazione, fu scarcerato beneficiando dell’amnistia. Durante il moto dell’estate 1820, i Romeo e degli altri liberali occuparono le istituzioni locali. Nel 1847 i fratelli Romeo avviarono il moto a Reggio che fu schiacciato in pochi giorni. Domenico fu ucciso e decapitato.
Nel 1848, Ferdinando II dovette concedere la costituzione, Giannandrea ottenne la guida
dell’Intendenza di Salerno e dopo il moto del 15 maggio 1848, fu destituito e dovette fuggire con il figlio Pietro Aristeo a Torino, invece il nipote Stefano prese la via dell’esilio all’estero. Nel 1848 Giannandrea Romeo fu nominato presidente della rappresentanza meridionale al Congresso nazionale per la confederazione italiana e, nello stesso periodo, guidò il gruppo calabrese e meridionale alla definitiva adesione alla Società  nazionale italiana. Sostenne l’impresa dei Mille e Garibaldi, una volta giunto a Napoli, lo nominò consigliere di Stato.  
Nelle elezioni del primo parlamento unitario, Pietro Aristeo, fu eletto con i cavouriani, mentre Stefano con i radicali.

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