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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Esposito, Enrico

Enrico Esposito [Fagnano Castello (Cosenza), 5 gennaio 1942 – Scalea (Cosenza), 11 luglio 2023]

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Era figlio di Francesco Saverio, commerciante, e di Anna Gracco, casalinga, che avevano anche un altro figlio, Luigi, che ha esercitato la professione di avvocato ed è stato insegnante di lingua francese. Ha vissuto la sua infanzia a Fagnano Castello negli anni dell’immediato dopoguerra. I genitori poi lo fecero studiare a Cosenza, al Liceo Classico “Bernardino Telesio”, dove consolidò la sua predisposizione per gli studi umanistici, in particolare per la lingua greca e quella latina, nonché per la storia e la filosofia, conseguì la maturità con il massimo dei voti. Si iscrisse alla Facoltà di Lettere (indirizzo classico) presso l’Università di Messina, conseguendo la laurea il 25 febbraio del 1969. Sin da quando era studente, però, si era interessato con passione delle problematiche sociali e politiche del territorio della Valle dell’Esaro, militando nelle formazioni giovanili socialiste, a difesa dei diritti dei lavoratori e della classe contadina in particolare, partecipando a numerose manifestazioni di protesta anche a Roggiano Gravina, Corigliano Calabro e Castrovillari.

È stato antifascista da quando, aveva poco meno di dieci anni, era venuto a conoscenza delle intimidazioni e delle angherie che il podestà di Fagnano Castello e altri gerarchi avevano rivolto al padre, socialista, persona che custodiva e diffondeva valori di libertà e di uguaglianza e che non aveva mai nascosto il proprio dissenso verso il regime, con determinazione e coerenza. Ciò che era accaduto durante la seconda guerra mondiale lo aveva portato, da giovane, a dare corso a ricerche storiche anche sul suo territorio, in particolare nel campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, distante poco meno di venti chilometri da Fagnano Castello.

Dopo la laurea cominciò a insegnare nelle scuole, dapprima come supplente, poi – nei primi anni Settanta – prima presso il Liceo Classico “Pasquale Candela” di San Marco Argentano e il “Silvio Lopiano” di Cetraro e, dopo l’immissione in ruolo, presso il Liceo Classico (oggi intitolato a “Aldo Moro”) di Praia a Mare e il Liceo Scientifico “Pietro Metastasio” di Scalea, luogo dove – dopo una breve parentesi a Santa Maria del Cedro, luogo di origine della moglie, Maria Carmela Vitale, insegnante anch’essa, sposata il 1° settembre del 1973 – ha poi sempre vissuto assieme alla sua famiglia.

Dal matrimonio con “Milly” (così chiamava affettuosamente la moglie) sono nati Francesco (scomparso prematuramente nel 2020, giovane e brillante avvocato) e Annalisa, insegnante e critica letteraria.

Esposito si è dedicato all’insegnamento, riuscendo a coinvolgere i suoi alunni e a educarli alla riflessione sia nello studio delle lingue antiche che negli approfondimenti riferiti alla storia e alla filosofia. La sua propensione per i giovani era nota e li ha sempre indirizzati come un “pater familias” verso le scelte migliori nel percorso degli studi e, spesso, nella vita. Ha avuto, peraltro, anche allievi meno giovani, quelli dell’Università della Terza Età di Praia a Mare, della quale è stato rettore per moltissimi anni, sino alla sua scomparsa, attività curata con zelo ed entusiasmo, anche attraverso percorsi didattici innovativi, soprattutto nel campo della musica classica, dell’archeologia, del cinema e del teatro.

Attento e scrupoloso analista dei fatti della storia, partendo rigorosamente sempre dalle cause per giungere agli effetti, ha scritto testi riguardanti più periodi, da quelli antichi (Laos. Una città della Magna Graecia) al Settecento (Pietro Metastasio a Scalea. Amore e poesia), ha rivisitato scritti di Tommaso Campanella e Erasmo da Rotterdam, ma si è soffermato soprattutto sulla storia contemporanea, con particolare riferimento ai risvolti sociali e a personaggi, calabresi e non, che hanno inciso sulle questioni più rilevanti dell’Ottocento e del Novecento, come l’anti-murattiano Carlo Mileti, Carlo Scorza, ultimo segretario del Partito Nazionale Fascista, Giovanni Domanico e Nicolò Converti, pionieri del movimento operaio, il patriota Benedetto Musolino, Giuseppe Garibaldi e il musicista e filosofo esoterico Rocco Amedeo Armentano. È stato, inoltre, anche co-autore di una accurata e approfondita analisi sul mondo della scuola negli anni Settanta.

Giornalista iscritto all’Elenco dei pubblicisti dal 1986, è stato corrispondente di quotidiani locali e nazionali, nonché autore di elzeviri prevalentemente su argomenti di cultura generale, letterari e riguardanti la politica e la società, direttore di testate radiofoniche e pubblicazioni periodiche, compresa la Rivista Calabrese di Storia del ‘900 edita dall’Icsaic (in precedenza anche il Bollettino, pubblicato dal 1985 al 1996), nonché raffinato e ricercato conferenziere nell’ambito di convegni e seminari riguardanti la storia, la società, l’emigrazione e molte altre tematiche sociali e letterarie. Difficile non rimanere attratti dalla sua immensa cultura e dalla sua saggezza, il suo aplomb riportava con finezza ed eleganza alle grandi figure dell’Ottocento.

Ha sempre sostenuto la causa socialista, da esponente dell’area “lombardiana” del partito e, iscrittosi negli ultimi anni al movimento Risorgimento Socialista, è stato anche componente della redazione del periodico “I quaderni (di R.S.)”, curato da Gaetano Colantuono.

Tra i personaggi oggetto di studi e ricerche, Rocco Amedeo Armentano, nativo di Scalea ma vissuto in gioventù in Brasile, che era esponente, assieme al filosofo ermetista fiorentino Arturo Reghini, del movimento culturale “Caffè delle Giubbe Rosse”, musicista che scrisse anche un inno nazionale di Malta utilizzato prima che l’isola diventasse colonia britannica. Armentano era massone e studioso di esoterismo, aveva insediato una Scuola Pitagorica nella Torre Talao a Scalea frequentata da intellettuali di rango, ma fece poi ritorno in Brasile, assieme alla sua famiglia, nel 1924, quando il fascismo aveva preso già il potere. L’interesse di Esposito per Armentano e per la sua scuola di pensiero era legato anche alle affinità e alla condivisione di principi e valori massonici, considerato che si è sempre pubblicamente dichiarato esponente del Grande Oriente d’Italia, ricoprendo – pare – anche il grado “33”, ispirandosi ai principi nobili dell’associazione iniziatica e di fratellanza, ma nel contempo è sempre stato severo e molto critico nell’apostrofare, anche attraverso la stampa, le logge massoniche non ortodosse e deviate presenti in Italia e all’estero, ed è stato anche componente del Comitato Scientifico che curava le pubblicazioni del Grande Oriente, “Hiram” ed “Erasmo”.

Enrico Esposito ha ricoperto, sino alla sua scomparsa, la carica di vice-presidente dell’Icsaic. Ne era stato co-fondatore, condividendo subito la proposta dello storico cosentino Fulvio Mazza. Tra i diciotto intellettuali che il 12 aprile del 1983 costituirono l’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, c’erano nomi che rappresentano, al pari di tutti gli altri, punti di riferimento rilevanti per la storiografia calabrese dell’età contemporanea e che hanno caratterizzato l’attività dell’Icsaic, come Luigi Maria Lombardi Satriani, Isolo Sangineto (che ne fu presidente), Tobia Cornacchioli (per anni direttore), Fausto Cozzetto e Giuseppe Masi, attuale presidente onorario e già direttore. Il suo contributo all’interno dell’Istituto è sempre stato illuminante e ha costituito esempio e riferimento per molti studiosi e appassionati di storia.

Negli ultimi anni, dopo essere andato in pensione, si è dedicato prevalentemente all’Università della Terza Età, alle traduzioni dal greco e alla conduzione di stimolanti rubriche settimanali di riflessione su più argomenti, tra le quali Il risfoglio di “Radio Digiesse”, assieme al giornalista Martino Ciano.

È scomparso all’età di 81 anni a causa di problemi cardiaci. Sino a pochi giorni prima della morte non ha mai smesso di leggere, studiare e scrivere. Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, lo ha così ricordato: «Profondamente legato ai valori socialisti di libertà e democrazia, Enrico Esposito ha lasciato un segno indelebile nella comunità scaleota e nell’intero territorio provinciale e regionale anche grazie ai suoi scritti e alle sue molteplici iniziative di alto spessore culturale volte alla crescita complessiva della società civile». Riposa nel cimitero di Scalea. (Francesco Licordari) © ICSAIC 2023 -12

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Nota bibliografica essenziale

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  • Il movimento operaio in Calabria: l’egemonia borghese (1870-1892), Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 1977;
  • Laos: una città della Magna Graecia, Pellegrini, Cosenza 1978;
  • Pietro Metastasio a Scalea: amore e poesia, Salviati, Milano 2005;
  • Carlo Mileti e la democrazia repubblicana nel Mezzogiorno, Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia, Roma 1983;
  • Scuola statale scuola non statale: ipotesi e confronto (con Vito D’Armento e Giuseppe Serio), Pellegrini, Cosenza 1986;
  • Gregorio Caloprese - Dell'origine degli imperi: un'etica per la politica, versione con testo a fronte e note di Enrico Esposito, Salviati, Milano 2002;
  • L’esodo degli italiani dall’Istria. A colloquio con una discendente di profughi di Rovigno, fa parte di «Rivista Calabrese di Storia del ‘900» dell’ICSAIC, n. 2, 2006-2008, pp. 26-33
  • Carlo Scorza e la caduta del fascismo, in «Tra Calabria e Mezzogiorno: studi storici in memoria di Tobia Cornacchioli», Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2007
  • Benedetto Musolino e il sionismo, in «Rivista Calabrese di storia del ‘900», 1-2, 2009, pp. 92-103.

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Ringraziamenti

  • L’A. ringrazia la prof.ssa Maria Carmela Vitale e la prof.ssa Annalisa Esposito per le notizie e i dati messi a disposizione.

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