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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Cefaly, Andrea Jr.

Andrea Cefaly Jr. [Cortale (Catanzaro), 3 aprile 1901- Catanzaro, 26 novembre 1986]

Nacque da Raimondo e Caterina dei Baroni Sanseverino di Marcellinara, figlia del deputato e senatore Carlo, già  sindaco di Catanzaro. Sarà  il nonno omonimo Andrea Cefaly Sr. ad avvicinarlo all'arte: ancora bambino lo condurrà  con sé nello studio facendogli compiere un apprendistato domestico.  
Andrea fu avviato agli studi classici nel Convitto Nazionale Galluppi di Catanzaro, dimorando a casa dei nonni materni. Nel 1919 partì per Napoli e iniziò a frequentare la scuola di pittura di Giuseppe Aprea fino al 1921 quando fece ritorno in Calabria, portando con sé il bagaglio delle esperienze artistiche napoletane e continuando a lavorare con il pittore Garibaldi Gariani a Catanzaro.
Nel 1926, si presentò, per il battesimo con il pubblico alla IV Biennale d'Arte Calabrese. Le sue opere furono notate da Michele Guerrisi, anch'egli tra gli espositori. Lo scultore calabrese, professore all'Accademia Albertina di Torino, convinse la famiglia ad affidare a lui il futuro del giovane, con la promessa di seguire in prima persona i suoi studi di pittura. Entrato grazie a Guerrisi nel ristretto gruppo di allievi di Felice Casorati, subì la prima rivoluzione artistica. La disciplina casoratiana, la dedizione assoluta all'arte, il clima culturale che circondava quelle sale di studio furono un'esperienza totalizzante che durò dal marzo del 1927 al febbraio del 1928, a causa dell'improvvisa morte del padre che lo costrinse al ritorno in Calabria. I contatti con la scuola non si interruppero e i rapporti epistolari con il maestro sono testimoniati da una lettera, custodita nell'archivio di Palazzo Cefaly, in cui Casorati comunicò all'allievo la prossima mostra della scuola; avrebbe voluto esporre qualcosa di recente: «poiché voglio sperare che Ella abbia lavorato », scrive Casorati, che aggiunge: «si è presa oggi intempestivamente questa decisione ed allora io stesso ho scelto, fra le cose che Ella ha lasciato qui, qualche studio. Non volevo che tra i miei allievi Lei solo non figurasse, in questa piccola ed intima mostra ».
Non sappiamo quali siano le opere esposte nella mostra di via Galliari dell'autunno del 1928, ma saranno due gli studi esposti alla mostra del febbraio del 1929 alla Galleria Milano di Milano,  Melae  Natura morta. Il rientro a Torino avvenne sicuramente nel corso del 1929, come testimoniato da una lettera di Andrea Cefaly inviata da Torino ad Alfonso Frangipane, in cui si apprende della collaborazione dell'allievo con Casorati per la realizzazione di una mostra sugli Ottocentisti Napoletani in cui vennero esposte sette opere del nonno.    In una seconda missiva sempre scritta da Torino si legge dell'inaugurazione della I Esposizione Sindacale Fascista della Società  Promotrice delle Belle Arti di Torino, alla quale partecipò a fianco del maestro, presentando due opere,  Natura morta  (collezione privata)  e  Bambina allo specchio  (collezione privata), realizzata in quello stesso anno e riprodotta in catalogo.  
Il successivo rientro in Calabria segnò per Cefaly il definitivo abbandono della scuola, a causa degli impegni familiari che lo costrinsero a Cortale per l'amministrazione del vasto patrimonio familiare. Da questo momento, tranne che per brevi soggiorni, non si allontanò più dal suo paese, eleggendo il feudo a muto custode della sua arte. Il ritorno sulla scena espositiva avvenne dopo circa cinque anni, nel 1934, in occasione della Sindacale Regionale della Calabria. Nell'ottobre del 1942 si presentò alla VII Mostra Sindacale della Calabria, a Catanzaro, ricevendo il primo importante riconoscimento pubblico, con la vittoria del Premio del Duce che lui, antifascista convinto, coraggiosamente non ritirò.
Ancora una sosta e poi nel 1945 si presentò alla VII Biennale d'Arte Calabrese, a cui seguirono anni di intensa elaborazione formale maturata a seguito di una visita alla Biennale veneziana nel 1948.Quel viaggio a Venezia nell'autunno del 1948 fu un'esperienza rivoluzionaria: la visione diretta delle opere impressioniste ed espressioniste, conosciute fino ad allora solamente dalle riproduzioni in bianco e nero innescarono uno stravolgimento totale.  
Il viaggio veneziano del 1948 avvenne in un periodo in cui Cefaly, lontano da Cortale, era a Roma per vegliare sulla salute del nipote Domenico. Il lungo soggiorno romano protrattosi fino all'estate del 1949 costituì un ulteriore periodo di elaborazione del nuovo linguaggio. Ne sono testimonianza tre dipinti: un  Paesaggio romano  (collezione privata), una  Natura morta  (collezione privata)  e un  Ritratto del nipote Domenico con brocca  (collezione privata).
Sarà  con un ritratto del nipote Domenico, intitolato  Figura di giovane  (1949, opera dispersa), che Cefaly partecipò nel 1950 alla Biennale di Venezia, tra gli artisti ammessi dalla giuria.  
Nel 1951 fu ammesso alla VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma con l'Uomo che legge  del 1949. Nello stesso anno Cefaly inviò tre opere alla  X Biennale d'arte Mattia Preti  di Reggio Calabria:  Copanello  (collezione privata),  Cortile  (opera dispersa),  Terrazza  o  In terrazza  (opera segnalata da Frangipane nelle collezioni municipali, oggi non rintracciabile). Nel 1953 partecipò alla  Mostra d'Arte nella Vita del Mezzogiorno d'Italia  a Roma con:  Nudo  (opera dispersa),  Testa  (opera dispersa)  e  Figura con fiori  (collezione privata). Quest'ultima esperienza influì sul successo di critica dell'artista, segnalato da molte testate nazionali, tra cui «La Fiera Letteraria » in cui si legge: «Cefaly entra nel novero dei pittori di cui le mostre d'arte non potranno più fare a meno, se vorranno esporre i migliori fra i contemporanei ».
Si susseguono in questi anni importanti rassegne espositive nazionali e internazionali. Tra queste, nel 1953: Mostra internazionale di pittura  Città  di Messina, Mostra internazionale di pittura contemporanea Winnipeg (Canada),  Premio Marzotto,  Esposizione Nazionale Biennale di Brera, III Mostra Nazionale  La bella italiana nella pittura contemporanea, VII edizione del Premio Michetti. Nel 1955:  Esposizione Nazionale di pittura  di Viterbo, Mostra d'arte dell'Agosto di Vibo Valentia, Mostra di Pizzo Calabro ottenendo il II premio con  Spiaggia di Pizzo, IX edizione del Premio Michetti, con  Caterina con i fiori  (opera dispersa),  con cui ottenne la Tavolozza d'argento.  
Nel novembre del 1955 partecipò su invito della giuria alla VII edizione della Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma con tre opere,  Signora  (opera dispersa),  Fiori  (opera dispersa),  Fanciulla  (collezione privata).
Nel 1956 l'artista prepara la prima mostra personale alla Galleria del Vantaggio di Roma, diretta da Giuseppe Sciortino, poeta e critico d'arte de «La Fiera Letteraria », che per primo si accorse di Cefaly alla Mostra dell'arte del Mezzogiorno di Roma. L'opera  Neve a Cortale, acquisita da Eleonora Posabella, titolare della galleria, è oggi esposta nella Galleria Civica d'arte "Giuseppe Sciortino" di Monreale.
Nel marzo del 1960 si inaugurò la seconda mostra personale a Milano nelle sale della prestigiosa Galleria Cairola e, nel settembre dello stesso anno, la terza personale alla Galleria Ghelfi di Verona.
Nel 1964 vinse il  Premio di pittura  Città  di Pizzo, con  Paesaggio n ° 2  (opera dispersa).
Nel 1966 dalle pagine del Giornale d'Italia e di «Scena Illustrata », Valerio Mariani, storico e critico d'arte, già  docente di Storia dell'Arte Moderna e Contemporanea all'Università  di Napoli, dedicò un lungo articolo all' «artista solitario » dal titolo  Incontro con il pittore Andrea Cefaly.  
A conclusione degli anni di maggiore e più intenso lavoro di Cefaly, Giuseppe Sciortino che ne aveva segnalato per primo e con più intenso vigore, le strabilianti doti pittoriche e umane, tributa l'ultimo suo omaggio dalle pagine della rivista bimestrale di cultura «Il Vantaggio » definendo Cefaly: «il più grande pittore che abbia avuto la Calabria » in quel tempo.  
Nel 1982, presso la galleria Carini di Milano, il maestro tenne l'ultima personale della sua vita, presentato in catalogo da Raffaele De Grada a cui venne affidata la redazione della prima monografia a lui dedicata dal titolo  Un artista moderno in Calabria, ripubblicata dall'Assessorato alla Cultura della Regione Calabria nel 1986, in occasione del compimento degli 85 anni. Il 26 novembre 1986, dopo una vita artistica intensa, all'età  di 86 anni, Andrea Cefaly morì a Catanzaro.  (Alessandro Russo)   © ICSAIC 2020

Nota bibliografica

  • Alfonso Frangipane, L'Arte alla IV Biennale Calabrese. Piccola guida alle sale d'arte moderna, «Brutium », V, 11, 10 ottobre 1926;
  • Giacomo Debenedetti, Casorati fra i discepoli, in Mostra dei pittori Felice Casorati, Silvio Avondo, Mario Bionda, Sergio Bonfantini, Nella Marchesini, Daphne Maugham, Marisa Mori, Andrea Cefaly, catalogo della mostra (Milano, Galleria Milano, 1-15 febbraio 1929), Alfieri&Lacroix, Milano 1929;
  • Catalogo della prima Esposizione Sindacale Fascista della Società  Promotrice delle Belle Arti, Torino Palazzo della Società  Promotrice al Valentino, giugno-luglio 1929;
  • Gli Espositori alla Sindacale, in «Brutium », XIII, X, luglio-agosto, 1934, p.18;
  • Giuseppe Sciortino, La Mostra d'Arte nel Mezzogiorno, chi sono i meridionali, «La Fiera Letteraria », VIII, 13, 29 marzo 1953, p. 7;
  • Giuseppe Sciortino, Artisti Italiani, Andrea Cefaly, «La Fiera Letteraria », XI, 42, 21 ottobre 1956;
  • Renato Cenni, Visita ad Andrea Cefaly. Tesoro a Cortale, «Corriere Mercantile », 4 aprile 1964, p. 3;
  • Valerio Mariani, Incontro con il pittore Andrea Cefaly, «Il Giornale d'Italia », 27-28 gennaio 1966, ripubblicato in «Scena Illustrata », 81, 6, giugno 1966, p. 47;
  • Giuseppe Sciortino, Conoscere Cefaly, «Il Vantaggio », IV, 8, 1970, pp. 22-23;
  • Raffaele De Grada, Un artista moderno in Calabria. Andrea Cefaly, Frama Sud, Chiaravalle Centrale 1984;
  • Achille Curcio, Andrea Cefaly, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001;
  • Vincenzo Farinella, Gianni Schiavon, Andrea Cefaly. Il maestro ritrovato, Debatte, Livorno 2004;
  • Francesco Poli, Veronica Cavallaro, La Scuola di Felice Casorati e Andrea Cefaly, Rubbettino, Soveria Mannelli 2017.

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