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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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De Angelis, Raoul Maria

Raoul Maria de Angelis [Terranova da Sibari (Cosenza), 4 maggio 1908 - Roma, 5 marzo 1991]

Raoul Maria de Angelis (all'anagrafe il primo nome è Giovanni) trascorse l'adolescenza a Catanzaro, dove suo padre Ernesto, impiegato alle Poste, si era stabilito con la moglie Emira de Marchis, arbà«reshe di Lungro, e i figli. Nel capoluogo calabrese frequentò il ginnasio e il Liceo Classico Galluppi. Si iscrisse poi alla Facoltà  di Giurisprudenza dell'Università  La Sapienza, a Roma. Abbandonati gli studi, nel 1929 si insediò stabilmente nella Capitale, per dare inizio alla sua attività  giornalistica e letteraria. Come si evince dalla rivista "Approdi", che de Angelis pubblicò a Catanzaro tra la fine del 1928 e gli inizi del 1929, a Roma entrò immediatamente in contatto con gli ambienti letterari più vivaci e innovativi della città , che si muovevano tra il "900" e il realismo magico di Massimo Bontempelli, il futurismo e le avanguardie gravitanti attorno al Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia.
La sua carriera giornalistica si sviluppò rapidamente. Divenne inviato speciale dei principali quotidiani italiani del tempo: «Il Giornale d'Italia », «Il Messaggero », «Il Resto del Carlino », «La Gazzetta del Popolo », «Il Tempo », «Il Gazzettino », «L'Ambrosiano ». Nel 1936, divenne anche caporedattore del settimanale «L'Italia Letteraria », diretta a quel tempo da Massimo Bontempelli. Su questa rivista pubblicò a puntate, dal 26 gennaio al 19 aprile, il suo primo romanzo,  Inverno in palude, ambientato nella piana di Sibari, a quel tempo ancora paludosa e malarica. Il romanzo, in realtà  scritto già  nel 1931, fu subito dopo pubblicato in volume da Mondadori.  
Nel 1937 l'autore conobbe a Capri, in vacanza, Erika Loeb, una giovane berlinese di famiglia ebraica, che diventerà  sua moglie. Per questo motivo soggiornò più volte in Germania e alla fine del 1938 decise di recarsi in Brasile assieme alla moglie, per sottrarla alle persecuzioni antiebraiche. L'intenzione era di rimanervi stabilmente, invece nell'estate del 1939 i due tornarono a Roma, malgrado l'emanazione delle leggi razziali fasciste. Nel 1940, de Angelis pubblicò con Mondadori il suo secondo romanzo di ambientazione calabrese,  Oroverde.  Negli anni successivi, pubblicò romanzi, racconti e memorie di viaggio dedicati al Brasile:  Nel paese del caucciù: viaggio nel Brasile (SEI, 1942),  Miraggio del Brasile(Atlantica, 1945),  Foresta vergine (Partenia, 1945),  Panche gialle. Sangue negro(Mondadori, 1950).Durante e dopo la seconda guerra mondiale, ai libri di argomento brasiliano si aggiunsero nuovi romanzi:  La peste a Urana (Mondadori, 1943),  La brutta bestia (De Luigi, 1944 e Mondadori, 1952),  Una giornata di pazzia (Astrea, 1945),  Amore e impostura  (Macchia, 1950),  Il giocatore fortunato (Vallecchi, 1953),  I camosci arriveranno (Vallecchi, 1957). Inoltre, in un concitato e incalzante moltiplicarsi di energie creative, pubblicò negli anni Cinquanta anche tre raccolte di racconti:  Storia di uno sconosciuto (Vallecchi, 1954),  Apparizioni del Sud(SEI, 1954) e, in Germania,  Die salz-diebe.10 stories (Nimphenburger Verlaghandlung, 1958). Da allora in avanti, alla narrativa si aggiunsero anche la poesia, i testi teatrali, la critica d'arte e la pittura. Due furono le raccolte di poesie:  Poesie (Porfiri, 1953) e  Moneta falsa (Arte della Stampa, 1985).
Molti i testi teatrali (alcuni dei quali trasmessi anche come radiodrammi), a cominciare da  Abbiamo fatto un viaggio, una «cronaca in tre tempi », rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro Pirandello, il 25 giugno 1953, con la regia dell'allora giovane Andrea Camilleri. Intensa anche l'attività  quale critico d'arte. In quest'ambito scrisse, tra l'altro, su «Nuova Antologia » e si occupò con passione di Scipione, cui dedicò anche una monografia (L'avventura di Scipione pittore romano, Bonacci, 1985), e di altri artisti della cosiddetta «Scuola di via Cavour », come Corrado Cagli e Mario Mafai. Quanto alla sua attività  di pittore, occorre dire che, a partire dagli anni Sessanta, essa divenne in pratica la sua occupazione principale. Tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta tenne diciassette mostre personali, quasi sempre a Roma. Ma fu presente anche all'estero, con mostre personali a Bruxelles (1956), Parigi (1959) e Lugano (1960) e, in mostre collettive, a Zurigo (1962) e Kà¶ln (1970-74).
Morì a Roma nel 1991, all'età  di 83 anni. (Vittorio Cappelli) © ICSAIC 2019

Riferimenti bibliografici

  • Francesco Flora, Inverno in Palude, «L'Italia Letteraria », n. 26, 19 luglio 1936;
  • Emilio Cecchi, Di giorno in giorno, Garzanti, Milano 1954, pp. 247-250;
  • Giuseppe Grisolia (a cura di), R. M. de Angelis, Tipografia Ricca, Diamante 1969;
  • Vincenzo Paladino, Letteratura italiana. Il Novecento, Marzorati, Milano 1974;
  • Vincenzo Paladino, Cultura e narrativa calabrese tra Ottocento e Novecento, Guida, Napoli 1982, pp. 58-60 e 78-79;
  • Nicola Merola, Prefazione a Raoul Maria de Angelis, La peste a Urana, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006, pp. 5-14 (nello stesso volume, una Nota biobibliograficaalle pp. 15-18);
  • Vittorio Cappelli, Introduzionea Raoul Maria de Angelis, Apparizioni del Sud, Rubbettino, Soveria Mannelli 2012, pp. 5-12;
  • Enzo Le Pera, R. M. de Angelis. Mostra antologica, Galleria d'Arte Il Triangolo, Cosenza s. d. (ma 2016);
  • Approdi. Rassegna di Lettere e d'Arte, diretta da R. M. de Angelis (1928-1929), a cura di Vittorio Cappelli, Pellegrini, Cosenza 2019.

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