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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Alimena, Francesco

Francesco Alimena [Cosenza, 6 settembre 1836 – 21 ottobre 1902]

Registrato allo Stato civile con i nomi di Francesco Maria, nacque da Biagio e donna Rachele Pettinati, un’antica e influente famiglia cosentina di tendenza liberale. Il suo antenato Francesco fu tra coloro che nel 1799 posero tre alberi della libertà a Cosenza, davanti la Regia udienza in mezzo alla piazza Piccola e a Portapiana.

Trascorse l’adolescenza nel collegio dei Gesuiti o comunemente note come scuole di umanità, dove si rivelò essere uno studente brillante, distinguendosi al punto di diventare maestro di giovani meno anziani di lui. Rifiutò la carriera di predicatore evangelico e iniziò gli studi universitari conseguendo il privilegium della laurea dottorale in legge. Fu allievo del celebre avvocato penalista Vincenzo Sertorio Clausoli, diventando fin da giovane un eloquente oratore, cosa che gli permise di conquistare una posizione di rilievo nel foro cosentino e nelle corti d’Assise del Mezzogiorno. L’8 dicembre 1860 sposò Anna Scrivani, figlia di Gaetano e Mariantonia Alimena, dal cui matrimonio nacque il noto penalista e criminalista Bernardino.

La sua carriera politica iniziò con le elezioni suppletive alla XIII legislatura del 14 dicembre 1879, quando si candidò nel collegio di Cosenza e per 15 preferenze fu battuto da Luigi Miceli che risultò eletto con 679 voti. Nelle successive elezioni politiche del 16 maggio 1880 avanzò nuovamente la sua candidatura nel medesimo collegio elettorale, dove con 122 consensi fu ancora una volta battuto dallo stesso Micele che riconfermò il suo seggio alla Camera con 579 preferenze.

Nonostante le sconfitte subite, il suo nome comparve nel collegio di Castrovillari in occasione della competizione nazionale del 29 ottobre 1882: qui con 3.538 preferenze fu il primo eletto seguito da Francesco Sprovieri, Luigi Fazio, Giulio Acquaviva e Vincenzo Pace.

In Parlamento, il 18 maggio 1883 presentò un ordine del giorno sull’indirizzo politico del IV governo di Agostino Depretis definendolo «incerto e contraddittorio» e criticando fortemente la pratica politica del trasformismo inaugurata con la Rivoluzione parlamentare del 1876, sollecitando il partito al superamento di ogni forma di equivoco. La critica fu accompagnata dall’elogio del leader della Sinistra storica e della necessità di realizzare il suo programma dal carattere progressista, improntato sulle riforme e sulla tutela delle libertà. Il suo intervento su una questione di politica fu accolto inizialmente tra rumori e risate e in seguito paragonato a quello di Honoré Gabriel Riqueti conte di Mirabeau. La pratica consolidata dell’epoca imponeva infatti ai deputati di prima legislatura di annoverarsi nella schiera dei lavoratori silenziosi.

Nelle elezioni del 23 maggio 1886 si ricandidò nel collegio di Castrovillari e con 4.186 voti fu il terzo eletto, preceduto da Gennaro Compagna e Francesco Sprovieri e seguito da Francesco Morelli e Giulio Acquaviva. Il 2 febbraio 1887 intervenne nella discussione del bilancio dei lavori pubblici richiamando l’attenzione dei colleghi sulle precarie condizioni della viabilità nella provincia di Cosenza, specialmente nel circondario di Castrovillari, Rossano e Paola. L’inacessibilità calabrese a ogni mezzo di trasporto fu evidenziata dalla situazione del momento, con diversi paesi collocati lungo le sponde del fiume Crati che erano sprovvisti di collegamento per mancanza di ponti. Accanto a ciò sollecitò la ripresa e l’inizio di diversi lavori di viabilità nei comuni di Oriolo, Verbicaro, Scalea, Campana e Cariati.

Il 18 novembre 1888 intervenne in aula nella discussione sul disegno di legge per l’istituzione della Cassazione unica di Roma, sostenendo con forza il provvedimento e definendolo uno strumento per attribuire a tutti gli italiani l’eguaglianza alla quale hanno bisogno dinanzi la legge dello Stato. Il suo discorso gli procurò la stima e l’affetto di Giuseppe Zanardelli.

Nelle elezioni del 23 novembre 1890 si candidò nel collegio elettorale di Castrovillari e con 5.150 preferenze riconfermò il suo seggio a Montecitorio. A distanza di due anni gli elettori furono richiamati ancora una volta alle urne e ricandidatosi questa volta nel collegio di Spezzano Grande con 995 preferenze fu battuto dal barone Luigi Baracco che fu eletto con 1.783 consensi.

Ritiratosi dalla scena politica nazionale, nel 1897 sino alla sua scomparsa fu presidente dell’ordine degli avvocati e procuratori della provincia di Cosenza.

Morì all’età di 66 anni al termine di un’arringa davanti l’aula della corte d’Assise di Cosenza. La sua morte fu riportata dai giornali cosentini e nazionali come «Lotta», «Sinistra» «Avanguardia», «Cronaca di Calabria», «Voce Cattolica», «Domani», «Giornale di Calabria», «Tribuna» di Roma», «Mattino» di Napoli, «Gazzetta del Popolo» di Torino «Corriere di Napoli» e molti altri. Il giorno dei funerali intervennero elogiandolo Nicola Serra, Luigi Tancredi, il sostituto procuratore del Re Lazzaro Basevi, il cancelliere Achille Calvo e molti altri.

Fu un democratico, liberale, grande avvocato e oratore. Nel ricordo di Francesco Vaccaro «La vita politica non si confaceva al suo temperamento che ripudiava ogni infrangimento, ogni ipocrisia, ogni ambiguità, qualità tutte negative ma purtroppo necessarie per chi voglia navigare con fortuna nelle torbide ed inquiete acque della politica, onde è che egli, pur avendo attivamente partecipato ai dibattiti parlamentari, non seppe mai rallentare la sua attività professionale». Per Enrico Ferrei «imprimeva dappertutto la sua unghia da leone», per Enrico Pessina fu «aquila superba nei grandi cieli della eloquenza» e per Ferdinando Cassiani «sovrastava in quell’epoca sopra tutti l’ala formidabile di Francesco Alimena». (Prospero Mazza) © ICSAIC 2026 – 05


Nota bibliografica

  • La morte del Comm. Francesco Alimena, in «Cronaca di Calabria», 23 ottobre 1902, pp. 1-2;
  • Consiglio di Disciplina dei Procuratori della Curia Cosentina (a cura di), In memoria di Francesco Alimena: raccolta di necrologie, La Lotta, Cosenza 1906;
  • Nicola Misasi, Francesco Alimena, Leonardo, Città di Castello 1912;
  • Jole Lattari Giugni, I parlamentari della Calabria: dal 1861 al 1967,Morara, Roma 1967, pp. 199-200;
  • Francesco Spezzano, La lotta politica in Calabria (1861-1925),Lacaita, Manduria 1968;
  • Cingari Gaetano, Storia della Calabria dall’unità a oggi, Laterza, Roma-Bari 1982, ad indicem;
  • Gabriele Petrone, La Calabria che fece l'Italia: Il Risorgimento a Cosenza e in Calabria (1799-1861), Jonia, Cosenza 2010.

Nota archivistica

  • Archivio storico del comune di Cosenza, Registro delle nascite, atto n. 530, p. I, serie 1836;
  • Id, Registro dei matrimoni, atto n. 85 p. I, serie 1860;
  • Archivio storico della Camera dei deputati, Francesco Alimena, (1882-1892).

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