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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  ISBN: 978-88-941045-8-5

  A cura di Pantaleone Sergi

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Laviola, Giovanni

Giovanni Laviola [Spezzano Albanese (Cosenza), 3 settembre 1915 – Corigliano Calabro (Cosenza), 27 febbraio 2008)

Nato da una famiglia della piccola borghesia di provincia (il padre Donato era un impiegato delle Ferrovie dello Stato, la madre Carolina Mortati una casalinga), primo di sette figli (cinque maschi e due femmine), frequentò le scuole elementari nel paese d’origine, il ginnasio-liceo in seminario e l’Università a Messina, dove conseguì la laurea in Lettere nel 1940. Supplente da quell’anno presso la Scuola di avviamento professionale di Taranto, riebbe l’incarico di insegnamento, dopo la guerra, nella Scuola media di Trebisacce – sezione staccata di Rossano – nell’a. s. 1945-46 e, negli anni successivi, nell’Istituto Magistrale “Lucrezia della Valle” di Cosenza fino al 1949-50. Dall’anno seguente, quale vincitore di concorso, fu nominato docente straordinario di Materie letterarie presso la Scuola media di Trebisacce – sezione staccata della media “Bonaventura Zumbini” di Cosenza –, della quale, a seguito dell’autonomia riconosciuta alla scuola nel 1953, divenne preside incaricato e, poi, effettivo dal 1960 al 1980, anno del suo pensionamento. 

Sposato con donna Luisa Richetti nel 1960, ha avuto un figlio, Donato, laureato in giurisprudenza con spiccata vocazione per gli studi letterari. 

Uomo discreto, riservato, essenziale, di forte tempra caratteriale, propria dell’etnia arbereshe, e di solida cultura umanistica, Giovanni Laviola è stato un Preside illuminato che ha saputo conquistarsi la fiducia e la stima dei docenti, degli studenti e di tutto l’ambiente nel quale ha operato. Grazie alla sua operatività, la scuola da lui diretta è stata per molti anni un centro di studi assai rinomato dell’Alto Jonio cosentino, che ha formato intere generazioni di allievi provenienti da tutto il comprensorio e dai paesi costieri della finitima provincia di Matera.

Ma oltre all’uomo, all’educatore esemplare e al Capo d’Istituto austero e umano, merita di essere ricordato lo studioso appassionato di cultura e di storia locale, apprezzato per il rigore scientifico delle sue ricerche su personaggi e avvenimenti del mondo arbresh e dell’Alto Jonio, i cui esiti sono altrettanti contributi alla conoscenza di aspetti poco indagati dell’antropologia e della storia di questo tormentato lembo di Calabria, che Giuseppe Isnardi chiamò la “Penisoletta” per la sua perifericità e arretratezza. Nella sua raccolta di novelle, dal titolo Gli ulivi di Marzucco del 1972, sono ben visibili luoghi, personaggi e trame narrative che riflettono la vita di molte comunità calabresi di qualche decennio addietro. Il contadino morbosamente attaccato alla terra (la roba), l’emigrante che va in America con la speranza di far fortuna e di veder migliorata la posizione dei figli... sono personaggi che esprimono situazioni, mentalità e ideologie assai frequenti non tanto tempo fa nella nostra Regione.

E a quel mondo Laviola rimane legato anche nella sua produzione storica. Le monografie su Pietro Camodeca dei Coronei (1969), Ferdinando Cassiani (1971), Gennaro Placco (1985) e Giuseppe Angelo Nociti, quattro personaggi di rilievo del mondo arberesh, non sono semplici ricostruzioni delle loro biografie, realizzate con intenti meramente agiografici ed edificatori, come nei canoni della storiografia tradizionale, ma sono documenti rappresentativi di un’epoca e della vita reale di un’intera comunità. Leggendo quelle pagine si respira la storia del movimento culturale, politico e religioso degli italo-albanesi; si coglie il ruolo svolto da alcune istituzioni scolastiche ed educative come il collegio “Sant’Adriano” di San Demetrio Corone o il “Garopoli” di Corigliano Calabro, dove quei personaggi compirono gran parte della loro formazione giovanile; si chiarisce la portata che avvenimenti come quelli rivoluzionari del 1848 o quelli “normalizzatori” successivi al compimento dell’unità nazionale ebbero nelle comunità e, al loro interno, tra i diversi ceti sociali.

Le altre tematiche studiate da Laviola sono altrettanti capitoli di storia locale. Il processo ad alcuni liberali di Amendolara (1976) e ad un liberale di Roseto (1989), la ricostruzione di un secolo di storia di Trebisacce attraverso i registri parrocchiali (1978), seguita poi da una monografia organica sulla cittadina jonica dalle origini (età bizantina) agli inizi del Novecento (1992), l’attivazione di Società e di Comitati da parte della comunità arbereshe per la difesa della propria specificità etnico-culturale (1974), la costituzione di sodalizi democratici ad Amendolara agli inizi del Novecento (1979)... sono alcune sue pubblicazioni che mettono in evidenza lo spaccato sociale, economico e culturale di comunità, viste nei loro problemi esistenziali, nelle loro aspirazioni e nei loro pregiudizi tipicamente paesani. Il processo ai liberali di Amendolara, ad esempio, non è solo la cronaca di un fatto giudiziario, ma è la storia sociale di una comunità, costituita da una media borghesia della terra e delle professioni, tra l’altro attraversata da grosse divisioni al suo interno, e da un popolo in gran parte ignorante e in tutto dipendente da un clero regolare e secolare, in genere incolto e di dubbia moralità, che faceva tutt’uno con la borghesia redditiera e parassitaria. Così come il Dizionario dei personaggi italo-albanesi, l’ultima sua fatica (2006) che lo ha seriamente impegnato (e preoccupato) per diversi decenni, non è un’arida elencazione di date, di nomi e di opere, ma la storia viva e pulsante di un popolo generoso e intelligente.

È un modo di “fare” storia, quello di Laviola, che trae forza e vitalità dagli indirizzi più avanzati della storiografia contemporanea, soprattutto di quella “annalistica”. Sono stati infatti i teorici della “nuova storiografia”, quelli raccolti attorno alla rivista francese delle “Annales”, a dare una notevole spinta alla riproblematizzazione e alla ridefìnizione dei quadri della storia, del suo campo di ricerca, delle sue metodologie e delle sue fonti, operando una vera e propria “rivoluzione storiografica”. Di queste indicazioni lo storico, originario di Spezzano Albanese ma legato a Trebisacce da oltre cinquant’anni di vita,  ha fatto indubbiamente tesoro nell’organizzare le sue ricerche, compulsando pazientemente le carte contenute negli Archivi pubblici e in quelli privati, cui solitamente l’accesso è precluso da una forma innata di ritrosia dei familiari dei personaggi storici studiati, e attingendo notizie dalla tradizione ancora viva nei luoghi in cui taluni personaggi hanno vissuto e operato. I suoi studi hanno inaugurato inedite piste di ricerche nel mondo arberesh e in quello, pressoché inesplorato, dell’Alto Jonio cosentino, che si spera possano essere continuate da nuove leve di storici per una conoscenza più approfondita della storia di questa terra «bella e amara» e delle genti che la popolano.

Per la forte tempra di intellettuale – «un combattente della cultura nella difficile trincea meridionale» lo ha definito il giornalista Giuseppe Selvaggi – il Comune di Trebisacce nel 2012 gli ha intitolato una piazzetta sul Lungomare (Giuseppe Trebisacce). © ICSAIC 2025 – 06

Scritti

(Della vasta produzione di scritti di Laviola, che spaziano dalla novellistica alla storiografia, dalla saggistica alla pubblicistica, apparsi anche su quotidiani e riviste specializzate, si citano quelli più importanti).

  • Pietro Camodeca dei Coronei, Edizione Fabozzi, Aversa 1969. 
  • Ferdinando Cassiani nel pensiero e nell’azione, Edizione Agis, Bari 1971. 
  • Gli ulivi di Marzocco, Casa Editrice Studi meridionali, Roma 1972. 
  • Società, comitati e congressi italo-albanesi dal 1895 al 1904, Pellegrini, Cosenza, 1974. 
  • Il processo ai liberali di Amendolara. La reazione borbonica dopo il 1848, Casa editrice Studi meridionali, Roma 1975. 
  • Gennaro Placco fiore della prigionia di Settembrini, Editore Maria Pacini Fazzi, Lucca 1985. 
  • Roseto nel 1848 e il processo a Francesco Stigliano, Tipografia jonica, Trebisacce 1989. 
  • Il dramma di una vita. Giuseppe Angelo Nociti, Edizioni Trimograf, Spezzano Albanese 1991. 
  • Trebisacce. Storia, cronaca, cultura, Galasso Editore, Trebisacce 1992.
  • Dizionario bio-bibliografico degli italo-albanesi, Edizioni Brenner, Cosenza 2006.

Bibliografia

  • Giuseppe Trebisacce, La grande lezione del Preside Laviola, in «Quotidiano della Calabria», 29febbraio 2008
  • Franco De Marco, È morto Giovanni Laviola, in «Lajme/Notizie», maggio-agosto 2008.
  • Rocco Liberti, Memorie di studiosi calabresi, vol. IV, Litografia Diaco snc, Bovalino 2008, pp. 17-24.
  • Giuseppe Trebisacce, La Mitica 1C, Jonia Editrice, Cosenza 2023.

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