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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Lojercio, Nicola

Nicola Lojercio [Palmi (Reggio Calabria), 9 luglio 1904 – 29 gennaio 1988]

Nacque da Antonino e da Giuseppina Lanzo, entrambi discendenti da famiglie agiate e benestanti, e a Palmi iniziò i suoi studi con diligenza e attaccamento, pur se all'età di quattro anni incominciò a capire cosa fosse il dispiacere e il dolore a causa della morte del fratello maggiore e di un suo zio, periti entrambi sotto le macerie a Messina durante il disastroso terremoto che si abbatté Su quella città e su molte altre della provincia di Reggio nel dicembre 1908. Anche la sua casa di Palmi subì danni rilevanti dal terrificante sisma che coinvolse pure sua madre, che poi mori di li a qualche giorno.

Ancora dodicenne fu coinvolto, se pur indirettamente, nelle ansie e nelle trepidazioni di tutta la gente per la partecipazione dell'Italia alla Grande Guerra

Cosi come in molte case di benestanti del tempo era facile trovare un pianoforte anche in quella grande e signorile del Lojercio se ne trovò uno al quale il piccolo Nicola sembrò subito attratto. Erano i primi “sintomi” di quella vocazione che non lo avrebbe abbandonato mai più. La stessa che aveva coinvolto altri palmesi dato che a Palmi ci fu sempre «un clima di antica e consolidata tradizione musicale», come ha scritto Domenico Ferraro.

Di questa antica tradizione fa cenno anche lo storico palmese De Salvo nella pregevole opera scritta a fine 1800: «Il popolo palmese, da tempi remoti, die' sempre manifestazioni di naturale inclinazione per la musica; e perciò non vi mancarono mai le bande musicali, le quali, per merito dei musicanti, tennero la prevalenza fra le altre nelle Calabrie»).

Oltre le esecuzioni della banda locale e di altre di paesi vicini, a Palmi si tenevano spesso concerti in tante abitazioni private e si davano spettacoli che andavano in scena nel teatro. In questa città, quindi, la musica fu sempre “sentita” con particolare interesse e con la dovuta attenzione. Le attività bandistiche e concertistiche, svolte in particolar modo nell'ultimo ventennio del secolo scorso, furono evidenziate in uno studio pubblicato su «Calabria Sconosciuta» (n. 5) nel luglio-settembre del 1991 da Teresa Chirico e Maria Grazia Formica.

In esso si evidenzia come, nel clima di passione collettiva per la musica, meno difficile dovette essere l'attrazione per il giovane Nicola che in cuor suo sviluppato era l'amore per questa nobile arte.

Data la posizione socio-economica della famiglia, di conseguenza, più facile fu per lui spostarsi a Firenze e iscriversi alla facoltà di lettere classiche presso quella università, frequentando contemporaneamente il corso al conservatorio di musica «Luigi Cherubini'» dove poi, nel 1928, conseguì il diploma di composizione. Nel 1931, invece, si laureò in lettere discutendo una tesi su un argomento molto vicino alla sua passione: «La critica intorno al melodramma».

Nonostante il conseguimento di questo secondo titolo di studio le sue aspirazioni si rivolsero prioritariamente verso la musica tanto che nel novembre dell'anno successivo consegui un altro titolo per la composizione presso la scuola «Vito Frazzi». Nel 1933, infatti, la «Suite infantile», da lui composta e già eseguita due anni prima, vinse a Cagliari il concorso nazionale per un pezzo sinfonico e l'anno successivo il «Rondò rusticano» (Festa di contadini nella piana di Palmi) per violino e pianoforte entusiasmò i critici e gli appassionati di musica sinfonica. La stampa mise in risalto il suo successo ottenuto a Firenze a Roma e nelle altre città dove il “pezzo” fu eseguito. Quasi contemporaneamente compose «Canto di voce dolente», «Esilio e amore» e «ll lamento dell'Araldo», tre liriche di grande «valore poetico e di elevato pregio musicale... scelte fra le rime della letteratura italiana, a testimonianza delle profonde influenze classiche sulla sua formazione culturale».

A Firenze rimase pochi anni ma seppe ugualmente conquistare l'amicizia e la stima del mondo che frequentava e principalmente vicino a quello musicale. E ne ebbe pure grande rispetto e apprezzamento specialmente dopo avere ascoltato in diversi concerti le sue composizioni. Durante la permanenza in quella città insegnò “Armonia” presso lo stesso conservatorio dove Cilea era stato direttore. Qui compose pure «ll ritorno di Glauco», un pezzo per pianoforte che subito dopo fu trasmesso alla radio.

Finita la seconda guerra mondiale si trasferì a Roma dove conobbe Anna Bernardi che sposò nel 1951. Dalla loro unione nacquero sei figlie.

Si trasferì successivamente a Palmi ma non intensificò i suoi studi, anzi piano piano e in silenzio si ritirò dal mondo dell'arte. «È doloroso constatare, dopo avere conosciuto le sue straordinarie affermazioni e la sua opera di compositore, l'assoluto silenzio e la drastica conclusione della sua splendida carriera di musicista», ha scritto Ferraro.

Mantenne solo qualche esile legame con l'ambiente musicale locale grazie alla istituzione del concorso nazionale di esecuzione musicale intestato a Cilea, dove fu nominato componente della giuria inconsiderazione della sua elevata competenza in questo settore.

Molti concittadini poterono ascoltare le melodie della sua delicata musica a Reggio, nel 1982, in occasione del concerto tenuto al teatro Odeon dalla pianista Marcella Crudeli e nel 1989 e nel 1991 durante i concerti organizzati alla Casa della cultura, rispettivamente, dall'associazione amici della musica di Palmi e dal Rotary Club di Palmi.

Mori all’età di 84 anni.

Nel commemorare la sua dipartita il presidente degli Amici della musica, che per tanti anni lo ebbe vicino e ne apprezzò le doti, ricordò commosso la sua figura ma in risalto mise pure l'affabilità e la signorilità dell'uomo. «Con lui scomparve un esponente di quella classe di intellettuali che sin dall'inizio di questo secolo, nei vari campi del sapere; dalla letteratura alle scienze, dalla filosofia all'arte, si fece onore valicando i limiti provinciali e dando a Palmi lustro di città colta» (Ferraro).

Forse poco conosciuto alla gente comune, anche per la modestia che lo caratterizzò per tutta la vita, fu invece molto noto nel campo artistico e musicale dove primeggiò e seppe conquistarsi stima e rispetto.

Un dettagliato elenco della sua produzione artistica ed un ampio commento sono riportati sul quaderno blu del Rotary Club citato, a cura di Domenico Ferraro. Palmi lo ricorda con una via a suo nome e, con una Associazione Musicale e con il Premio annuale “Maestro Nicola Lojercio”, destinato ai giovani talenti,

 (Bruno Zappone, con integrazioni redazionali) © ICSAIC 2023 – 06

Nota bibliografica

  • Antonio De Salvo, Ricerche e studi storici intorno a Palmi Seminara e Gioia Tauro, Tip. Lopresti, Palmi 1899;
  • Domenico Ferraro, Itinerario artistico di Nicola Lojercio, in I Quaderni blu del Rotary Club di Palmi,
  • Fagraf, Vibo Valentia1996;
  • Gaetano Pitarresi, La musica di Nicola Lojercio, in «Historica», L, n. 2, 1997, pp. 86-92;
  • Bruno Zappone, Uomini da ricordare. Vita e opere di palmesi illustri, Arti Grafiche Edizioni, Ardore Marina (RC) 2000, pp. 127-130.

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