Domenico Rodinò Toscano [Polistena (Reggio Calabria), 6 aprile 1855 – 1° febbraio 1926]
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Nacque da Giuseppe e da Annunziata Megna. Formatosi alla scuola del compaesano sac. Michele Tigani, nel Seminario di Oppido Mamertina compì gli studi letterari e filosofici e iniziò quelli teologici. Giovanissimo, ancor prima di essere ordinato sacerdote, Domenico Rodinò Toscano fu prescelto a insegnare lettere italiane e latine in detto Seminario dal 1874 al 1877. Fu ordinato sacerdote da mons. Filippo Mincione, vescovo di Mileto, il 4 settembre del 1879, dopo di che ebbe l'incarico dell'insegnamento in quel Seminario. Nel 1880 fu nominato Canonico della Collegiata di Polistena. Il 3 febbraio 1888, il vescovo gli spedì la patente con la quale fu approvata la nomina di Rettore della Chiesa del SS. Rosario e Padre Spirituale dell’omonima confraternita.
A Rodinò Toscano va il merito di aver fondato l’associazione Figlie di Maria, istituzione che poteva considerarsi una Pia unione di devote di Maria, purtroppo mai riconosciuta e approvata dalla superiore autorità diocesana. La sua rettoria e la carica di padre Spirituale della confraternita durarono fino al 20 aprile del 1890. I confratelli, il 9 ottobre del 1892, lo nominarono, all’unanimità, ancora una volta, Padre Spirituale, ma la proclamazione non venne approvata dall’Autorità diocesana.
Ebbe la nomina di Cappellano d'onore di S.S. Pio X, extra urbem, il 27 gennaio 1912 e fu confermato tale da S.S. Benedetto XV e S.S. Pio XI. Nel 1918 fu Giudice prosinodale e parroco consultore per la rimozione dei parroci.
Il 21 aprile del 1890 fu designato Arciprete di Polistena. Fu Vicario Foraneo di Polistena e San Giorgio, dopo la brevissima parentesi del Canonico D. Francesco Grio. La Bolla Pontificia che gli conferì la titolarità dell'Arcipretura recava la data del 4 marzo 1890, mentre l’investitura avvenne in seguito a Regio Placet del 2 ottobre 1890.
Si deve a mons. Domenico Rodinò Toscano se la Parrocchia di Polistena potette rivendicare dal Demanio dello Stato e dal Fondo per il Culto sia i beni dell'ex Sacristia che i beni dell'Arcipretura e le relative annualità arretrate di rendita. Egli, con le prime rendite percepite dalla Parrocchia, iniziò due giudizi contro gli Enti Demanio dello Stato e Fondo per il Culto.
Intraprese varie iniziative, per le quali gli furono mossi dei disappunti per via dell’abbattimento di pitture di autori minori locali, Furono lavori di restauro e di abbellimento, costruzione della nuova cappella del SS. Sacramento, con altare marmoreo e quadro raffigurante L'ultima cena del Signore, che commissionò allo scultore polistenese Francesco Jerace, rispettivamente nel 1893 e nel 1904. Sempre nel 1893, commissionò il nuovo e artistico coro ligneo, disegnato e costruito in loco da mastro Giuseppe Silipo. Altre sue committenze lignee furono quelle del pulpito, delle nicchie di Santa Marina (opera degli intagliatori Formica) e del Sacro Cuore (di Giuseppe Silipo).
Nel corso della sua azione pastorale, Polistena fu interessata da terremoti del 1894, 1905 e 1908. Rilevanti danni subì la Chiesa parrocchiale, al pari delle altre e degli edifici civili. Le condizioni statiche della Chiesa divennero assai precarie, tanto da indurre l’Arciprete ad apportare un restauro generale. Anche in questo caso, Rodinò Toscano prese le più urgenti iniziative per tamponare i danni molto profondi cui si rimediò solo molto più tardi con interventi sostanziosi dell'Opera Interdiocesana per la ricostruzione delle Chiese in Calabria.
Nonostante tutto, la vita riprese e anche la Chiesa Matrice cominciò a beneficiare di qualche contributo, sia pubblico che privato, che le consentì di poter nuovamente partire con le opere di consolidamento e decorazione. Nuove committenze artistiche furono affidate al pittore napitino Carmelo Zimatore, che era collaborato dal nipote Diego Grillo: per l’abside la “Santa Marina fra i gigli che invoca la protezione divina sulla città”, per il soffitto della navata centrale: la grande tela “La resurrezione di Lazzaro”, due quadri posti sopra gli stalli del coro ligneo, raffiguranti scene della vita di Santa Marina ed il quadro “La flagellazione di Cristo alla colonna” posto sul soffitto del braccio destro del transetto”.
Il 26 novembre 1894 inoltrò al vescovo di Mileto un’istanza tendente all’ottenimento del decreto (emanato il 30 novembre) per l’erezione del nuovo tempio di Maria Santissima della Catena di cui comunicò al prelato la provvisoria apertura nel successivo aprile 1895.
Il 6 settembre del 1898 ebbe inizio il suo noviziato, con il nome imposto “Domenico” nel Terz’Ordine di San Domenico, fondato nella Chiesa del SS. Rosario.
A lui si deve la spinta per la fondazione in Polistena, nel 1905, dell'Ospedale S. Maria degli Ungheresi, di cui fu ideatore e iniziatore, oltre che colui il quale riuscì a trovare il fondatore e i donatori (Giuseppe Valensise, che con suo testamento olografo del 2 marzo 1888 legava al suo erede parecchi fondi per l’erezione di un tale istituto, e Giuseppe Milano). Per tale nobile scopo avviò ed organizzò una colletta fra i cittadini che, però, ancora una volta non sortì gli effetti voluti. Solo nel 1905, nei locali del soppresso convento di Santa Maria della Concezione, proprietà del Comune di Polistena. venne fondato l’Ospedale sotto il titolo di Santa Maria. Una volta realizzato, mons. Rodinò Toscano, portando il suo contributo insigne del suo amore, della sua esperienza e della sua rettitudine, ricoprì la carica di Presidente delegato dell'Amministrazione di detto Ospedale e di Consigliere dell'Amministrazione dei due Orfanotrofi sorti in seguito al terremoto del 28 dicembre 1908 per volontà di mons. Giuseppe Morabito, vescovo di Mileto.
Per un giudizio complessivo sulla figura e sull'opera sacerdotale ed umana svolta da Mons. Rodinò Toscano nel corso del suo mandato arcipretale, è necessario rimandare il lettore al volume In Memoria di Monsignor Domenico Rodinò Toscano Arciprete di Polistena: tra le testimonianze del Clero, di Enti, Associazioni e numerosi semplici cittadini, spicca il discorso commemorativo del Sac. Prof. Francesco Filia: «Da Sacerdote e da parroco non dimenticò un istante il decoro della casa di Dio che incessantemente seppe arricchire di nuove opere di arte, avvalendosi di artisti valorosi, ed anzitutto dalla mano geniale del grande scultore Francesco Jerace che nella maliosa Partenope illustra col suo magico scalpello, non solo questa fortunata città che gli diè i natali, ma la Calabria nostra, ma la grande Patria italiana. E sono lì a ricordarlo, monumento insigne di sapienza e di amore, l'altare marmoreo misticamente simbolico del SS. Sacramento, e la grande tela della Cena che lo sormonta, così piena di movimento, di vita, di fede».
Monsignor Rodinò-Toscano fu anche oratore classico e travolgente, poeta, abile traduttore di latino e dotto scrittore, lasciando numerosi inediti. Figura ieratica di mistico che visse tra la scienza e il dovere sacro del sacerdozio, morì nel 1926, all’età di 71 anni. Tra gli omaggi e pensieri inviati nel trigesimo della sua dipartita, figurano, tra gli altri, particolarmente gli scritti di illustri personalità.
Polistena lo ricorda con una via a suo nome. (Giovanni Russo) © ICSAIC 2025-09
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Opere
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- L'ultimo Dramma, stab. tip. librario A. e S. Festa, Napoli 1901;
- Trilogia Mariana. Ossia Maria Santissima negli ordini di natura, di grazia, di gloria, Tip. Il progresso, Laureana di Borrello 1925.
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Nota bibliografica
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- In memoria di Monsignor Domenico Rodinò Toscano Arciprete di Polistena, Stab. Tip. R. Pascale, Polistena 1926;
- Francesco Filìa, Funebri onoranze a Monsignor Domenico Rodinò-Toscano Arciprete di Polistena, Stab. Tip. R. Pascale, Polistena 1926;
- Vincenzo Fusco, Polistena, Storia sociale e politica1221-1979, Parallelo 38, Reggio Calabria 1981.
- Giovanni Russo, A proposito del centenario della chiesa della Catena di Polistena, Città del Sole, Rosarno, anno I, maggio 1994, p. 20.
- Giovanni Russo, Polistena, La Chiesa Madre 1783-1983, Virgiglio, Rosarno 1995;
- Giovanni Russo, L’inaugurazione, a Polistena, nel 1904, del grande quadro dell’eucarestia di Francesco Jerace, in «L’Alba della Piana», agosto 2010, pp. 3-4;
- Giovanni Russo, I Domenicani a Polistena: Il convento, la chiesa e la confraternita del SS. Rosario, Polistena 2018.