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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Camagna, Biagio

Biagio Camagna [Reggio Calabria, 31 gennaio 1858 - 29 luglio 1922]

Nacque da Giovanbattista e da Maria Spinelli. Il padre, altro noto avvocato, consigliere comunale, assessore con funzioni di sindaco, fu coinvolto con Domenico e Giannandrea Romeo nei moti patriottici del 1847-48, per cui fu condannato alla pena dei ferri, rimanendo in galera sino al 1852.
Studio nel Convitto e nel Liceo di Reggio, laureandosi a 20 anni in Giurisprudenza a Napoli ove fu discepolo di Enrico Pessina. Non era ancora laureato quando, il 27 febbraio 1878 scrisse la prima delle sue «memorie forensi » pubblicate successivamente in sei volumi. Nel 1879 fondò un settimanale «La Provincia » che si occupava di politica, arte, critica e varietà , nel quale venne pubblicando i suoi «Profili calabresi » (Domenico Romeo, Domenico Spanò Bolani, Rocco De Zerbi, Diego Vitrioli, Domenico Genoese Zerbi, il canonico Paolo Pellicano). Il profilo su Vitrioli dava l'occasione al grande latinista â€" per altro riluttante agli entusiasmi â€" di ringraziare Campagna con queste parole: «lo splendido articolo, che dettar volle nella patria effemeride, sarebbe compiutamente bello se non mostrasse aver l'amistà  fatto velo al suo giudizio ».
Consigliere comunale nel 1882, vi rimase per 27 anni di seguito. Per sette legislature dalla 18 ª (1882-1895) alla 24 ° (1913-1919) rappresentò in Parlamento l'antico collegio di Reggio, che ve lo mandò costantemente con votazione plebiscitaria. Nel 1889, altresì, rappresentò il mandamento dl Radicena (l'attuale Taurianova) nel Consiglio Provinciale.
Dal 1895 al 1908 fu protagonista di una lotta accesa tra la sua "fazione" (i Camagnini) e quella del suo avversario, il reazionario avvocato Tripepi (i Tripepini) condotta senza esclusione di colpi. Suoi avversari furono, in campo nazionale, il Crispi, col quale ebbe un famoso battibecco in un incontro per sollecitare aiuti in favore dei danneggiati del terremoto del 1894, e in campo locale Luigi De Blasio, Giuseppe Mantica, Domenico Tripepi, Giuseppe De Nava.
Durante gli anni del suo mandato parlamentare partecipò attivamente alle discussioni sui bilanci dello Stato, si occupò dei provvedimenti in favore dei danneggiati del terremoto del 1908, sostenne Zanardelli e Giolitti e fu a favore dell'intervento in guerra del 1915, distinguendosi per la sua devozione alla Patria. Come sottolinea il professor Panuccio in un suo intervento sulla «Gazzetta del Sud » in ordine allo spostamento della statua del Camagna da Piazza Castello a quella in suo nome «la storia dell'avvocatura reggina conobbe, nell'epoca in cui rifulse la fama del nostro, una particolare figura, quella dell'avvocato di città , di un avvocato cioè che univa all'esercizio della professione forense un impegno nella vita politica, tanto che lo si designava come politico-avvocato più che avvocato politico ».
Uomo di grande cuore e di grande ingegno, la sua fama di insigne avvocato penalista varcò ben presto i confini della provincia, la sua eloquenza suscitò ondate di entusiasmo e di commozione rendendolo protagonista in alcuni dei più celebrati processi penali di fine ottocento e dei primi vent'anni del novecento. Il suo collega Gaetano Sardiello scrisse di lui in un lavoro del 1927: «più amaro è il rimpianto del grande oratore, ché se ognora potranno, nel solco delle tradizioni cittadine, sorgere alla fortuna di Reggio altri figli devoti. se anche avvocati di gran lama le venture generazioni vedranno, l'oratore però. l'oratore che somiglia a Biagio Camagna non sarà  inteso. Perché Biagio Camagna anche nel foro… era e restava soprattutto il simbolo di quella fede, di quell'ansia di quella passione di popolo che egli aveva suscitato intorno a sé e che il tempo poteva attenuare. non spegnere mai ». E Raffaele Sammarco. in aggiunta rilevava: «l'anima di Biagio Camagna era un focolare sempre acceso al quale accorrevano tutti per attingere alimento nuovo di vita. Ecco perché la sua casa era aperta a tutti e tutti trovaâ€" vano in lui una parola di incoraggiamento e un sorriso di fede...Che meraviglia quindi se fuvvi un tempo che dinanzi al ritratto di Biagio Camagna il popolo di Reggio teneva accesa giorno e notte una lampada votiva? Per interesse"? Neppure per sogno. Biagio Camagna fu povero tutta la sua vita. e due divinità  l'accompagnarono al sepolcro: la povertà  e la gloria ». A proposito di povertà  e di sepolcro, il sopraccitato professor Panuccio ricorda che nell'ultimo discorso politico di Camagna alla Villa Comunale di Reggio il 15 novembre 1919 quando il popolo lo portò in trionfo a casa disse: «ho sentito più volte durante il percorso gridare: viva l'uomo povero. Si è vero, io avevo una sola casa fabbricata da mio padre, il terremoto l'ha distrutta ed io ora non posseggo altro che tre soli metri di terreno, la al Campo Santo. dove riposano i miei genitori. Quella è la mia sola proprietà , non ho altro se non l'ingegno e il vostro affetto »".
Tre anni dopo la morte il popolo, con sottoscrizione del 30 agosto 1925 gli eresse il monumento, dovuto all'arte di Domenico Pellegrino e sulla cui base leggiamo la semplice frase: «a Biagio Camagna il popolo ». Il popolo di quella città  alla quale egli non aveva mai negato il suo aiuto e il suo nome per ogni giusta causa. Oltre la piazza anche una via lo ricorda ai posteri
Tra le opere del Camagna, oltre i sei volumi citati con le «Memorie forensi » e i discorsi contenuti negli   «Atti parlamentari »ricordiamo l'arringa   «In difesa di Giovanna Colosi, la monaca avvelenatrice di Catona » (1886),   «In difesa delle cieco Domenico Margotta uccisore per ragioni d'onore » (1892),   «Per il collegio politico di Reggio Calabria.Ampliamento del porto » (1894),   «In memoria di re Umberto I » (1900),   «Per Giuseppe Mantica » (1907),   «In difesa di tre pescatori per l'affondamento del Ferry-Boat nello stretto » (1921),   «In difesa di Stellario Nunnari, protagonista della tragedia d'onore in via Santa Maria di Messina » (1921).  (Domenico Coppola) © ICSAIC 2019

Nota bibliografica

  • Questa scheda provvisoria, per gentile concessione dell'editore Pellegrini di Cosenza, è tratta dal volume Profili di calabresi illustridi Domenico Coppola (2010)

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