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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Mastracchi, Enrico

Enrico Mastracchi (Catanzaro, 30 novembre 1881 - Roma, 25 dicembre 1945)

Nacque da Edoardo, avvocato erariale, e da Elisabetta Starace. Per motivi di famiglia si trasferì giovanissimo a Napoli, dove frequentò    con scarso impegno gli studi liceali. Nel 1899, a soli 18 anni, si iscrisse al partito socialista, aderendo alla corrente di Luigi Alfani, in dissidio con la sezione ufficiale del partito. Nel 1903 fu l'animatore dell'associazione giovanile Avanguardia socialista e concorse alla pubblicazione del periodico «La Tribuna sociale ». Ritornato a Catanzaro, nel gennaio del 1904, in poco tempo ricostituì la sezione socialista e promosse la convocazione del primo congresso provinciale del partito, nel quale venne costituita la federazione provinciale. Il 10 marzo iniziò la pubblicazione del periodico «Calabria, Avanti! », organo provinciale, continuata, con diverse interruzioni, fino al 1925.
La particolare situazione in cui si trovava la classe operaia catanzarese, organizzata dalla Camera del lavoro, creata nel 1896 per iniziativa di un pittore locale, Francesco Frangipane, con tendenza repubblicana ma compromessa dagli stretti legami con le clientele borghesi timorose di far cadere sulla via del socialismo gli operai, convinse Mastracchi della necessità  di fondare una nuova organizzazione, la Borsa del lavoro, a imitazione di quella napoletana. La borsa ebbe un buon successo di diffusione, in quanto raccolse quasi tutte le leghe della città  e organizzò le prime rivendicazioni salariali. Nel settembre del 1904 aderì al primo sciopero generale verificatosi in Italia. Nel 1905 Mastracchi presentò la sua candidatura alle elezioni amministrative a Catanzaro ma non venne eletto. Nel 1907 il successo conseguito dalla Borsa portò all'unificazione delle due organizzazioni in una sola Camera del lavoro, che ebbe come presidente il vecchio Frangipane e segretario Mastracchi.
Nel febbraio del 1908 lasciò Catanzaro per raggiungere Carpi (Modena), dove venne nominato segretario della Camera del lavoro, di nuova istituzione, nella quale svolse una notevole attività  sindacale, promuovendo tra l'altro il I ° Congresso nazionale dei lavoratori del truciolo e portando la consistenza delle organizzazioni operaie a 91 leghe con 8500 iscritti.
Sempre a Carpi venne eletto consigliere comunale per il partito socialista e nominato assessore. Accanto all'attività  sindacale nel Carpigiano protrattasi fino al 1913, non trascurò di partecipare al dibattito politico in seno al PSI e alla CGdL. Nel settembre 1908 fu delegato al X Congresso nazionale socialista tenutosi a Firenze, aderendo alla corrente intransigente e votando anche l'odg presentato da Gaetano Salvemini sul suffragio universale. Nello stesso mese fu nominato segretario del VII Congresso della resistenza, II della CGdL, tenutosi a Modena. Al consiglio nazionale della Federazione nazionale dei lavoratori della terra (1909) presentò un odg in cui si rilevava con dispiacere il contenuto contraddittorio e incerto della CGdL in occasione della venuta dello zar in Italia (Mastracchi aveva firmato un manifesto di condanna). All'XI Congresso nazionale del PSI svoltosi a Milano (ottobre 1910), delegato della sezione di Carpi, confermò la sua intenzione e quella degli altri aderenti alla corrente rivoluzionaria di rimanere nel partito, mentre presentò un odg sulla massoneria per invitare i socialisti che non erano massoni a non entrare nella società  ed esortare coloro che ne facevano parte a uscirne. Al III Congresso della CGdL di Padova (maggio 1911), a nome dei socialisti intransigenti, mise sotto accusa il gruppo dirigente confederale presentando anche un odg, che non venne approvato, di condanna della politica fino allora seguita, in opposizione a quello riformista.  
Nel 1912, dopo la vittoria della corrente rivoluzionaria al congresso di Reggio Emilia, fece parte della nuova direzione del partito. Su sua proposta la nuova direzione, che aveva eletto Costantino Lazzari a segretario politico, inviò alla CGdL, del cui consiglio faceva parte, un telegramma di saluto, nel quale si inneggiava all'unità  proletaria sulle direttive della lotta di classe. I suoi tentativi di capovolgere la politica confederale riformista di Rinaldo Rigola non approdarono però a nulla. L'odg presentato al consiglio nazionale della CGdL il 7 aprile 1913, col quale si chiedeva che la confederazione si impegnasse a sostenere i candidati del PSI senza richiamo alcuno agli uomini, venne respinto a larga maggioranza.
Ritornato nel 1913 a Catanzaro, dove spesso si era recato anche in precedenza come propagandista ufficiale del PSI, accettò la candidatura alle elezioni politiche che si svolsero in quell'anno, le prime dopo l'introduzione del suffragio universale. Nonostante una risoluta propaganda e l'impegno della sezione e della Camera del lavoro locali, ottenne solo una lusinghiera votazione. Rientrato subito dopo le elezioni a Modena, assunse la carica di segretario propagandista della Camera del lavoro provinciale. Esonerato dall'incarico,    ritornò definitivamente nella sua città , dove assunse le redini del movimento socialista nella regione. Nel 1914 venne eletto consigliere provinciale per il mandamento di Crotone. Nel congresso regionale socialista, svoltosi a Crotone alla fine del 1914, dopo che l'anno precedente un altro congresso era stato tenuto a Catanzaro, Mastracchi fece votare un odg contro la guerra ormai imminente.
Non minore fu la sua attività  sindacale, determinando una precisa svolta nella locale Camera del lavoro, della quale aveva assunto le funzioni di segretario, e riuscendo a conquistare alcune posizioni all'interno del movimento dei lavoratori calabresi, che raggiunse le 25 leghe con 3.164 iscritti, conferendo così all'organismo camerale    un posto di preminenza nel meridione d'Italia.
Durante gli anni di guerra la sua propaganda continuò anche nei paesi della provincia. Nel novembre del 1915 gli venne conferita la cittadinanza onoraria dal consiglio comunale socialista di Tiriolo, ma la deliberazione fu annullata dalla prefettura di Catanzaro; nel 1918 si fece promotore di un convegno per la difesa della produzione agricola, che non ebbe luogo, e fu l'animatore del movimento cooperativo con carattere di classe, aderente alla Lega nazionale delle cooperative. Negli anni del dopoguerra guidò i contadini calabresi nelle occupazioni delle terre, che ebbero un forte impulso, specialmente in provincia di Catanzaro e in particolar modo nel Crotonese, dove esisteva una attiva presenza delle leghe e più drammatico era il problema della disoccupazione.
Alle elezioni politiche del 1919 presentò, per la seconda volta, la sua candidatura, e non essendo eletto inoltrò ricorso alla giunta delle elezioni contro l'ufficio elettorale per un non esatto computo dei veti
Nel 1920 fu espulso dalla sezione socialista di Catanzaro perché responsabile di appropriazione di varie somme affidategli da alcune cooperative crotonesi per fornitura di vari generi. Anche il congresso provinciale, tenutosi a Crotone nell'ottobre dello stesso anno, alla presenza di un membro della direzione del partito, ne propose la sospensione. Riammesso subito dopo il congresso di Livorno, rimase nel partito socialista. Nel febbraio partecipò al congresso dei comuni socialisti della provincia di Catanzaro, nel quale intervenne Francesco Zanardi, sindaco di Bologna. Il 23 febbraio tenne una conferenza a Catanzaro sulla crisi socialista e sull'atteggiamento del partito di fronte al PCI.
Alle elezioni politiche del 15 maggio Mastracchi, che aveva guidato le lotte dei contadini per la terra e per la riforma dei patti agrari e che in precedenza era stato rieletto consigliere provinciale per il mandamento di Crotone nonché sindaco della stessa città , riuscì vittorioso, divenendo cosi, insieme con Pietro Mancini, deputato socialista della regione.
Nell'aprile del 1923 prese parte al congresso nazionale socialista di Milano, dove svolse azione contraria alla progettata fusione del partito socialista con il partito comunista.
Nello stesso senso, del resto, Mastracchi si era già  mosso quando, tra il dicembre 1922 e il gennaio 1923 era stato incaricato di impedire in Calabria la fusione tra massimalisti e comunisti; questione che era stata sollevata nel II Congresso provinciale socialista di Cosenza nel luglio 1922. Alle elezioni del 1924 non venne confermato nell'incarico di deputato. Nel luglio prese parte a una riunione svolta a Catanzaro in casa del segretario del partito popolare, Mottola, per la costituzione del comitato delle opposizioni aventiniane.
Nel giugno 1925, sottoposto a perquisizione domiciliare, venne trovato in possesso di materiale comprovante la sua attività  nella direzione del partito socialista (del quale era infatti vicesegretario), diretta alla riorganizzazione del movimento in Calabria e Basilicata.
Con lo scioglimento del partito (novembre 1926) Mastracchi abbandonò ogni attività  politica e per vivere si occupò di compravendita di terreni e di    concessioni di mutui ai comuni calabresi. Durante gli anni del fascismo, venne accusato di un certo adattamento alla dittatura fascista, dovuto anche alla difficile condizione economica in cui versava. In data 12 ottobre 1928 venne radiato dallo schedario dei «sovversivi »; tuttavia nel 1939 la prefettura di Roma esprimeva dei dubbi sulla sua fede politica fascista.  
Mori a Roma il giorno di Natale del 1945.  (Giuseppe Masi)   © ICSAIC 2019

Nota bibliografica

  • Giovanni Mastroianni, Il movimento operaio in Calabria negli atti dei congressi operai regionali (1896-1913), «Movimento Operaio », V, 5-6, 1953, pp. 793-807;
  • Lotte agrarie in Italia, a cura di R. Zangheri, Milano, 1960, ad indicem;
  • La CGdL negli atti, nei documenti e nei congressi, a cura di L. Marchetti, Milano 1961, ad indicem;
  • Francesco Spezzano, La lotta politica in Calabria (1861-1925), Manduria 1968;
  • Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Torino, 1965, ad indicem;
  • Francesco Pellegrini, Origini del movimento socialista in Calabria, Pellegrini Cosenza 1969;
  • Giuseppe Masi, Per una storia del movimento socialista nel meridione: l'esperienza di Enrico Mastracchi. a Catanzaro (1904- 1914), «Storia contemporanea », IV, 3, 1975, pp. 523-551;
  • Giuseppe Masi, Ricordo di Enrico Mastracchi, «Avanti! », 6 novembre 1975.
  • Giuseppe Masi, Socialismo e socialisti di Calabria (1861-1915), Salerno- Catanzaro, 1981
  • Giuseppe Masi, Enrico Mastracchi nel movimento operaio calabrese prima e dopo Carpi, in Alfredo Bertesi e la società  carpigiana del suo tempo. Atti del convegno nazionale di studi, a cura di Maurizio degl'Innocenti, Franco della Peruta, Angelo Verni Carpi, 25-27 gennaio 1990.
  • Christian Palmieri, Cent'anni di Camera del Lavoro a Crotone. Itinerari storici del movimento sindacale crotonese. Da Enrico Mastracchi ai giorni nostri (1914-2014), Ediesse, Roma 2014

Nota archivistica

  • Archivio Centrale dello Stato, Casellario Politico Centrale, ad nomen.

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