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Dizionario Biografico della Calabria Contemporanea

  A cura di Pantaleone Sergi

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Salerno Michele (Mike)

Michele Salerno [Castiglione Cosentino (Cosenza), 25 dicembre 1901 – Roma, 10 giugno 1978]

È nato il giorno di Natale da Luigi Giacinto, contadino, e Anna Acri. Ebbe due sorelle, Edvige e Pierina, e un fratello, Gabriele,
Frequentò le scuole a Castiglione Cosentino e Cosenza, ha fatto il servizio militare a Verona nel 79° Reggimento di Fanteria e fu congedato il 1 ottobre 1921. Rientrato a Castiglione andò a bottega per diventare sarto. Militò giovanissimo nel Partito Socialista e dopo la scissione di Livorno aderì al Partito comunista d’Italia. Fu il primo segretario della Federazione giovanile del Partito a Cosenza. Di famiglia cattolica, perseguitato per motivi politici e costretto a subire angherie da parte dei vari gerarchi, nell’ottobre del 1923, esattamente un anno dopo la presa del potere da parte del fascismo, fu costretto a emigrare negli Stati Uniti dove si trovavano già padre e zio. Sposato con un’esule, Elizabeth Esbinsky detta Betty, che era nata e viveva a Chojniki, un villaggio bielorusso da cui dovette fuggire per salvarsi dopo un pogrom in cui i cosacchi di una nota milizia polacca-ucraina uccisero una sua zia che tentava di scappare. Ebbero nel 1939, un figlio, Eric, che sarebbe diventato giornalista prima a Paese Sera e poi a Il Messaggero dove per quasi trent’anni ha seguito le vicende del Medio Oriente con base a Gerusalemme. Uno dei nipoti di Michele, Andrea Salerno, ha seguito il mestiere del padre e del nonno ed è diventato direttore della rete tv La7.
Arrivato negli USA, Michele divenne Mike e iniziò la sua attività giornalistica e politica entrando in rapporto con i gruppi antifascisti di Harrisburg, in Pennsylvania città in cui si era inizialmente stabilito. Da Harrisburg si trasferì a New York e nel 1934 a Chicago per un breve periodo, per ritornare nuovamente a New York, dove viveva nel Bronx.
Sarto e giornalista – così viene definita la sua attività negli Stati Uniti nel fascicolo del Casellario politico centrale, Nel periodo di permanenza a Chicago è stato redattore del settimanale del partito comunista d'America L’Unità Operaia.
Fu sempre in prima fila nelle battaglie antifasciste e molto attivo nel movimento anti-coloniale. Assunse lo pseudonimo di Tito Nunzio con cui firmò molti articoli e un suo libretto dal titolo Perché la guerra in Africa, in cui denunciava la guerra condotta da Graziani contro l’Etiopia, che ebbe diffusione non solo in alcune città americane, ma anche in Italia. Nel 1935 l'Ambasciata italiana a Washington venne informata dal Console generale a New York di una manifestazione contro lo stesso Consolato durante la quale «i noti comunisti Salerno Michele e Siracusa Antonio, due negri ed un rappresentante del "Daily Worker", montati sulle spalle di compagni pronunciarono dei discorsi all'angolo della 70ª strada a Lexington Avenue». Al suo rapporto il Console aggiungeva una copia del giornale comunista che annunciava la manifestazione alla quale presero parte un centinaio di militanti.
Dal 1928 al 1940 è stato iscritto al Partito comunista d’Italia e nel 1944 si iscrisse al Partito comunista degli Stati Uniti diventando il responsabile della sezione italiana. Nel novembre del 1936 prese la parola in un pubblico comizio organizzato per stigmatizzare e denunciare l'aiuto dato da Hitler ai fascisti spagnoli. Nel 1937 si recò clandestinamente in Spagna (da maggio ad agosto) per seguire l’attività dei combattenti italiani della brigata Lincoln che lottavano contro l'avanzata delle truppe di Franco. Esattamente un anno dopo il suo rientro a New York nacque nella metropoli americana il figlio Eric.  
Salerno fu direttore del settimanale proletario italo-americano, La parola del popolo, e dal 1944 al 1950 di L’Unità del popolo, voce del comunismo italo-americano. Arrestato nel 1948, venne rilasciato pagando una cauzione di 1.000 dollari. L’anticomunismo americano stava montando e dopo ben ventotto anni di residenza negli Stati Uniti durante i quali si era sempre battuto contro capitalismo e imperialismo, fu vittima del Procuratore generale Tom Clark e della legge McCarran del 1950 e fu deportato in Italia con l'accusa di essere comunista e di mantenere rapporti col Partito comunista dell’Unione sovietica. Gli agenti del Fbi (Federal Bureau of Investigation) che lo accompagnarono alla nave, gli dissero che se avesse fatto abiura del comunismo poteva rientrare negli Usa.
Cosi il figlio Eric, allora undicenne, in seguito ha raccontato nel libro “Rossi a Manhattan” edito da Il Saggiatore, la partenza forzata del padre da New York con il piroscafo “Saturnia”: «Un colpo esteso della sirena, cupo, tutto sommato triste, prima di scivolare via con il suo carico di 379 passeggeri. Uomini, donne e bambini, vestiti a festa, spingevano contro le ringhiere della nave e della banchina, agitavano mani e braccia e si lanciavano grida in un inglese spesso stentato oppure in quella moltitudine – a me incomprensibile allora e talvolta oggi – di dialetti italiani o italo-americani che fanno parte del bagaglio culturale dei vecchi immigrati. L'atmosfera era di grande allegria. Per tutti tranne che per noi, famiglia e amici. E, soprattutto, per Mike, spedito via come un pacco dopo ventott'anni negli States e costretto a tornare – non che gli dispiacesse troppo, a dire il vero – nella sua patria, la terra che aveva sempre continuato ad amare e di cui parlava in continuazione ma che certamente, per lui, abituato alle cose positive come a quelle negative della società americana, sarebbe stata una realtà nuova e complessa e, cosi presto dopo la fine della guerra, anche dura».
Cacciato dall'America si stabilì con la famiglia a Roma, tornò a chiamarsi Michele e continuò a fare il giornalista. Iniziò subito a lavorare nell'ufficio stampa della CGIL. Quindi è passato alla redazione esteri del Paese Sera, dove è diventato vicedirettore, incarico che mantenne fino al 1964, pur dimostrandosi fortemente critico per l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica. Nel giornale è stato anche segretario della cellula del PCI.
Ha collaborato con editoriali e articoli con diversi giornali e riviste di sinistra, tra cui Rinascita, Rivista Internazionale del Dialogo, Scienze e Società, Political Affairs. E ha scritto anche diversi libri tra cui America nera, Gerusalemme demistificata, Filosofia della prassi Il compromesso storico.
Eletto nelle liste del PCI, dopo la pensione fu impegnato come sindaco di Anticoli Corrado, un piccolo comune a una sessantina di chilometri da Roma, dove nel 1965 fu artefice del rinnovamento e della riapertura al pubblico del Museo d'arte moderna e contemporanea, dotandolo anche di nuove opere regalate dai numerosi pittori che risiedevano o vi avevano vissuto e lavorato nel cosiddetto “paese delle modelle”.
È deceduto all’età di 77 anni e riposa nel piccolo cimitero di Anticoli Corrado, insieme alla moglie Betty.
Di lui resta il volto in Mani sulle città, film di Francesco Rosi.
Il comune di Castiglione Cosentino gli ha dedicato uno spazio pubblico. E finché il Pci è esistito, la sezione comunista del paese in cui era nato e dove aveva passato i primi vent’anni della sua vita, ha portato il suo nome. (Aldo Lamberti) © ICSAIC 2023 – 02 

Opere

  • Filosofia della prassi, La Guiscarda editrice, Cosenza-Roma 1967:
  • America nera, Tindalo, Roma 1970;
  • Automazione e teoria marxista, Pellegrini editore, Cosenza, 1971
  • Gerusalemme demistificata. Realtà israeliana contro ideologia sionistica ed antisionistica, Bulzoni, Roma 1973;
  • Contro la ragion pigra. L’uomo e la società, Bulzoni, Roma 1974;
  • Il compromesso storico, Lerici, Cosenza 1977;

Firmate Tito Nunzio

  • Prefazione a Charles Rappoport, Il comunismo spiegato ai lavoratori, Casa editrice Unità, New York 1930;
  • Perché la Guerra in Africa (Why the War in Africa?), Casa editrice Unità, New York 1935.

Nota archivistica

  • Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario Politico Centrale, b. 4534, f. 3326;


Nota bibliografica

  • John Cappelli, Conobbi Mike in un Club del Bronx, in «Paese Sera», 12 giugno 1978, p. 5;
  • Ricordo di Michele Salerno, in «Il Gazzettino del Crati», 15 luglio 1978;
  • Eric Salerno, Rossi a Manhattan, Il Saggiatore, Roma 2001;
  • Amelia Paparazzo, Katia Massara, Marcella Bencivenni, Oscar Greco e Emilia Bruno, Calabresi sovversivi nel mondo: l’esodo, l’impegno politico, le lotte degli emigranti in terra straniera (1880-1940), Rubbettino, Soveria Mannelli 2004, pp. 38-40;
  • Gerald Meyer, L’Unità del Popolo: The Voice of Italian American Communism, 1939-1951, in «Political Affairs», 2 ottobre 2009, http://www.politicalaffairs.net/l-unit-del-popolo-the-voice-of-italian-american-communism-1939-1951.

Ringraziamenti

  • Si ringraziano per la collaborazione Eric Salerno e il sindaco di Castiglione Cosentino, Salvatore Magarò.

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